Studiando i fenomeni sismici rilevati dal lander Insight, un team di scienziati ha formulato nuove ipotesi sull’attività interna del pianeta rosso.
Marte resta uno dei principali obiettivi dell’esplorazione spaziale, con diverse agenzie che stanno sviluppando nuove tecnologie per permettere agli astronauti di superare le difficoltà presenti sul pianeta rosso. I rover e i sensori già attivi sulla superficie marziana hanno mostrato che il sottosuolo non è completamente inerte, essendo talvolta soggetto a terremoti. Gli scienziati hanno rilevato suoni anomali a bassa frequenza provenienti dalle profondità del pianeta grazie a Insight, un lander che è atterrato nella regione di Elysium Planitia nel 2018. Elysium Planitia è la seconda area vulcanica più grande del pianeta rosso e si trova vicino all’equatore marziano.
I suoni registrati da Insight somigliano molto a un ronzio o a un canto sottile, che inizialmente furono interpretati come rumori provocati dal lander stesso, ma successivamente furono attribuiti allo spostamento di enormi strati di roccia in profondità. Durante la sua breve missione, durata 4 anni e conclusasi nel dicembre 2022, Insight ha registrato le vibrazioni di oltre 400 terremoti, ma il mistero sulla loro origine e sulle onde sonore che provocano negli strati di roccia persiste. Marte, infatti, non ha una tettonica a placche come la Terra, quindi i terremoti devono essere causati da altri fenomeni, come indicano alcuni ricercatori che stanno formulando le ipotesi. Tra le ipotesi più accreditate dalla comunità scientifica, quella più probabile collega i terremoti allo stress accumulato nel corso di milioni di anni nella crosta marziana a causa dei cicli di riscaldamento e raffreddamento a ritmi diversi.
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