Un team di scienziati ha rilevato tracce di sangue e grano nell’antica struttura.
Sono davvero tante le leggente che riguardano i 12 Palazzi Reali di Abomey, costruiti all’epoca del Regno di Dahomey (dal 1600 al 1904). Tra i tanti racconti c’è che la storia della costruzione di uno di questi edifici, realizzata con sangue umano ottenuto durante i sacrifici. Si tratta di un storia vera ed a dimostrarlo è uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Proteomics. La prova della presenza di sangue umano è legata alle strutture erette durante il regno del nono dei 12 re dell’antico impero africano, Ghezo. L’uomo regnò dal 1818 al 1858 ed è noto nei racconti per la sua potenza militare e brutalità, nonché per le sue spedizioni contro gli Yoruba, un altro gruppo etnico della regione.
Attualmente l’intero complesso è stato trasformato in museo e, dal 1985, è stato riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Nelle leggende che circondano il re Ghezo, si dice che i sentieri che conducono al suo trono fossero lastricati di teschi e mascelle di nemici sconfitti. In effetti, il trono stesso conteneva le ossa degli sconfitti: ad oggi, queste leggende non sono state indagate dai ricercatori dell’Università Paris-Saclay (UVSQ). L’attuale analisi si è concentrata sulla malta presente sulle pareti delle strutture funerarie del palazzo del sangue, costruite con materiali per nulla convenzionali. In questo processo di verifica, il team ha dovuto ricorrere a un tipo di analisi nota come spettrometria di massa ad alta risoluzione, che ha permesso di identificare le proteine presenti nei campioni e, quindi, determinarne l’origine. “Diversi indicatori attestano la presenza di tracce di sangue umano e di uccelli nel materiale raccolto”, affermano gli autori nell’articolo. Ciò non fa altro che confermare le leggende locali. Molto probabilmente questo sangue proveniva da schiavi o nemici, ottenuto durante rituali della religione voodoo .
Un altro elemento inaspettato nella scoperta è che il mortaio con sangue umano contiene anche grano, un cereale comune nella regione durante la costruzione del palazzo del Benin, né era stabilito il consumo del pane. L’ipotesi principale è che questo grano “alieno” fosse un dono derivante dai rapporti tra il re Ghezo e l’imperatore francese Napoleone III. Forse baguette e grano, come beni di valore, erano inclusi in queste misteriose costruzioni.
Fonte:
https://analyticalsciencejournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/pmic.202400048