Spesso, parlando di Chlamydia, si pensa unicamente alle infezioni che coinvolgono i genitali. Tuttavia, questa grande specie di batteri può colpire anche altre aree del corpo, sia degli uomini che degli animali. Ad esempio, conosciamo la C. pneumoniae che interessa le vie respiratorie, soprattutto il naso. Ciò che allerta gli esperti è la possibilità che il microbo possa aggiungere il cervello. A delineare lo scenario è James St John, docente della Griffith University, che ha realizzato una serie di esperimenti con C. pneumoniae sui ratti constatando che il naso rappresenta una chiave per l’infezione al cervello.
“Siamo i primi a dimostrare che la Chlamydia pneumoniae può raggiungere il naso e il cervello dove può provocare malattie non dissimili al morbo di Alzheimer”, ha dichiarato l’esperto. “L’abbiamo visto accadere in un modello murino e le prove sono potenzialmente spaventose, anche per gli uomini”. In ogni caso lo stesso St. John ha riconosciuto come il lavoro necessiti di una ricerca approfondita sui campioni umani, per giungere alle conclusioni. Nei ratti, il batterio si diffonde attraverso il naso ai nervi olfattivi e al cervello in un periodo di circa 72 ore. I sintomi associabili al morbo di Alzheimer sono apparsi in un lasso di tempo che varia dai 7 ai 28 giorni dall’introduzione del batterio. Noi uomini, inoltre, possiamo contare su una buona difesa batterica, che si costituisce da una colonia di peli nasali che fermano gli intrusi. “Mettersi le dita nel naso e strapparsi i peli non è una buona idea perché possiamo danneggiare l’interno del naso”. C. pneumoniae è in grado di provocare asma e accrescere il rischio di tumore ai polmoni. La presenza del batterio nel liquido cerebrospinale di pazienti con sclerosi multipla rappresenterebbe, secondo gli esperti, un segnale che induce il sistema immunitario ad attaccare il sistema nervoso. In pratica, non inserirsi le dita nel naso può rappresentare, oltre che un segno di buona educazione, anche una garanzia di sopravvivenza.
Fonte:
https://www.iflscience.com/picking-noses-or-pulling-nasal-hairs-could-raise-alzheimer-s-risk-65992