Eccezionale scoperta a Pompei: disegni di gladiatori realizzati da bambini

Gli archeologi che lavorano nell’iconico sito romano di Pompei hanno scoperto graffiti raffiguranti gladiatori e scene di caccia apparentemente disegnati da un bambino.

I disegni, che sono stati trovati in una parte della città condannata conosciuta come l’Insula dei Casti Amanti, offrono uno sguardo affascinante sulla vita dei bambini a Pompei prima della famigerata eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. Questa eruzione distrusse Pompei e seppellì la città sotto uno strato di detriti vulcanici, preservandone perfettamente i resti, come se l’insediamento fosse congelato nel tempo. Nell’architettura romana, una “insula” è un tipo di condominio o un isolato. L’Insula dei Casti Amanti di Pompei, che si trova nel quartiere centrale della città antica, ad esempio, è composta da diverse case e da un panificio. Al momento dell’eruzione del 79 d.C., l’Insula era in fase di ristrutturazione, forse destinati a riparare i danni causati da un terremoto avvenuto pochi giorni prima. L’area è stata oggetto di scavi recentemente ma non è stata ancora indagata nella sua interezza. Martedì il Parco Archeologico di Pompei ha annunciato il ritrovamento dei disegni a carboncino, avvistati sulle pareti di un corridoio vicino a un cortile. Secondo gli esperti, la semplicità dell’esecuzione e altre caratteristiche dei disegni indicano che sono stati realizzati da un bambino. I disegni conservati raffigurano una tipica scena dei gladiatori, con due combattenti uno di fronte all’altro, così come una scena di quello che sembra essere un “gioco di caccia” con due bestiarii – uomini che combattevano le bestie nelle arene – equipaggiati con lance e contrapposti a una coppia di cinghiali. Un altro disegno raffigura una specie di uccello, forse un’aquila.


Gli archeologi di Pompei, insieme agli psicologi dell’Università di Napoli Federico II, sono giunti alla conclusione che con ogni probabilità i disegni dei gladiatori e dei cacciatori sono stati realizzati dopo che i singoli individui avevano assistito direttamente a eventi come questi. Ciò indica che i bambini piccoli di Pompei potrebbero essere stati esposti direttamente a forme estreme di violenza durante gli eventi sportivi cruenti romani. “Probabilmente uno o più dei bambini che giocavano in questo cortile, tra cucine, latrine e aiuole per la coltivazione degli ortaggi, avevano assistito a risse nell’anfiteatro, venendo così a contatto con una forma estrema di violenza spettacolarizzata, che poteva comprendere anche esecuzioni di criminali e schiavi”, ha dichiarato in una nota Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico. “I disegni ci mostrano l’impatto di ciò sull’immaginazione di un ragazzo o una ragazza, soggetto alle stesse fasi di sviluppo che si riscontrano ancora oggi.”