Cerveteri: restaurata la struttura sommersa di epoca romana a Campo di Mare

Gli archeologi hanno recentemente scoperto un’importante struttura di epoca romana sommersa vicino alla costa di Campo di Mare.

Questa scoperta fa parte di un più ampio programma triennale volto a scavare e preservare i resti dell’antica architettura romana che nel tempo hanno ceduto al mare. Nel 2021 la zona era già stata teatro del ritrovamento di una colonna in marmo Cipollino con relativo capitello ionico. Era collegato ad una struttura circolare di circa 50 metri di diametro completamente sommersa, a pochi metri dalla costa. Gli esperti ritengono che si tratti di un padiglione marittimo appartenente ad una villa romana, la cui estensione e complessità sono ancora da scoprire. Questo antico sito, situato a Campo di Mare, offre uno sguardo affascinante sullo stile di vita lussuoso dell’aristocrazia romana e sulle tecniche di costruzione avanzate dell’epoca. Il padiglione romano è caratterizzato da una doppia cintura di muri in mattoni, separati da circa tre metri e fondati su uno strato di argilla. Questa fondazione in argilla ha conservato la cassaforma in legno e numerosi pilastri di fondazione. Le murature, notevoli per il loro spessore, sono costruite con un doppio strato di mattoni triangolari contenenti ciottoli e malta, collegati da mattoni bipedi. Questo metodo di costruzione riflette l’ingegneria avanzata e la resilienza al duro ambiente marino. La struttura conserva rivestimenti in cocciopesto e pavimenti in cocciopesto. L’Opus signinum veniva utilizzato principalmente per le sue proprietà impermeabilizzanti in strutture come bagni, acquedotti e cisterne. Al centro sono stati rinvenuti frammenti di pavimentazione in opus sectile, indice della ricchezza ed eleganza della costruzione. L’Opus sectile è una tecnica decorativa che utilizza materiali tagliati e intarsiati per creare disegni intricati, spesso presenti in ambienti lussuosi. In un comunicato della Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale si legge che le caratteristiche architettoniche del padiglione ne evidenziano il significato in relazione all’architettura della villa romana. L’ampio uso di opus sectile e opus signinum, nonché la presenza di opus spicatum, dimostrano i sofisticati metodi costruttivi e la sensibilità estetica dell’epoca.

Questi componenti implicano che il padiglione fosse un elemento opulento e rappresentativo della villa romana, riflettendo la notevole ricchezza degli occupanti. La posizione strategica e prestigiosa del sito è ulteriormente confermata dalla sua vicinanza alla storica Via Aurelia. Il progetto è stato realizzato dal Servizio Archeologia Subacquea della Soprintendenza, con il supporto della società CSR Restauro Beni Culturali per la pulizia e il restauro delle strutture. Al restauro ha collaborato la società CSR Restauro Beni Culturali, mentre il Nucleo Subacquei della Stazione Navale di Civitavecchia della Guardia di Finanza ha fornito fondamentale supporto durante le operazioni. Il Comune di Cerveteri Cerveteri e l’Autorità Portuale di Civitavecchia hanno agevolato l’interdizione delle aree di lavoro per la sicurezza e l’efficienza dei lavori di ripristino. Uno dei ritrovamenti significativi all’interno della struttura è la pavimentazione in opus spicatum, un tipo di muratura in cui i mattoni sono disposti a spina di pesce. Foto: Soprintendenza Archeologia Belle Arti Paesaggio Etruria Meridionale. Future indagini geofisiche sono previste in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Tali indagini mirano a fornire un esame approfondito del sito e ad assicurarne la protezione dall’incessante erosione costiera.