Il ritrovamento del sarcofago risale al 2009 quando venne scoperto ad Abydos in Egitto. Su di esso sono stati effettuati numerosi studi, uno dei quali si è concentrato su un frammento portando al risultato tanto atteso: è stato infatti possibile identificarlo come appartenente al famoso faraone Ramses II (1279-1212 a.C.) come annunciato negli ultimi giorni dal Consiglio nazionale delle ricerche francese (CNRS).
Il sarcofago di alabastro è stato distrutto dai saccheggiatori e solo parti minuscole delle dimensioni dei tasselli di un puzzle sono rimaste intatte. Proprio queste hanno consentito di condurre degli studi approfonditi che hanno permesso di identificare anche una parte più grande del sarcofago trovato nella tomba di Ramses II nella valle dei Re. Si tratta di un lungo frammento di granito (1,70 m) inciso e decorato, dello spessore di 8 centimetri. Il professore Frédéric Payraudeau, docente di egittologia all’Università della Sorbona di Parigi ha spiegato che si tratta quasi di un intero lato del sarcofago: “Mancano solo le curve che i saccheggiatori devono aver spezzato, probabilmente alla fine dell’Antichità, per tenere solo la parte piatta e riutilizzarla come pavimentazione“.
I risultati dei primi studi vennero pubblicati nel 2017: allora l’archeologo egiziano, Ayman Damrani ed il collega americano, Kevin Cahail, dopo aver esaminato testi e decorazioni del frammento arrivarono alla conclusione che tale sarcofago era stato usato ripetutamente e, nello specifico, per un sommo sacerdote della XXI dinastia, Menkheperre. Ma prima di lui anche per un “principe sconosciuto”. Che successivamente Frédéric Payraudeau ha capito essere un faraone e nello specifico Ramses II. “I miei colleghi – ha spiegato – pensavano che il cartiglio preceduto dalla parola ‘re’ si riferisse al sommo sacerdote Menkheperre che governò l’Egitto meridionale intorno al 1.000 a.C. Tuttavia, il cartiglio risaliva in realtà all’incisione precedente e si riferiva quindi al suo primo proprietario”.