Un’indagine della Lund University evidenzia un legame tra tatuaggi e aumento del rischio di linfoma, spingendo a un’urgente necessità di approfondimenti sulla salute cutanea.
Possedere un tatuaggio potrebbe incrementare il rischio di linfoma, un tumore maligno del sistema linfatico: è quanto emerge da una nuova indagine condotta dai ricercatori della Lund University in Svezia, che hanno esplorato l’associazione tra tatuaggi e questa tipologia di neoplasia, rilevando che le persone tatuate hanno una probabilità del 21% maggiore di sviluppare un linfoma maligno rispetto a chi non ha tatuaggi. L’incremento del rischio, indicano gli studiosi, potrebbe essere connesso alle sostanze chimiche presenti nell’inchiostro per tatuaggi, tra cui per esempio ammine aromatiche primarie, idrocarburi policiclici aromatici e metalli, come arsenico, cromo, cobalto, piombo e nichel, molte delle quali sono classificate come cancerogene dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). “Alcune di queste sostanze si trovano negli inchiostri di tutti i colori” sottolineano i ricercatori nell’articolo appena pubblicato sulla rivista scientifica eClinical Medicine, in cui sospettano che l’inspiegabile aumento dei casi di linfoma maligno registrato negli ultimi anni possa in parte essere collegato alla crescente popolarità dei tatuaggi, e quindi a una maggiore esposizione a questo fattore di rischio. “Durante il processo del tatuaggio – spiegano gli studiosi – l’inchiostro viene iniettato nel derma attraverso ripetuti fori nella barriera cutanea. Qualsiasi sostanza estranea (antigene, ndr) che attraversa questa barriera provoca una risposta immunologica, che include la traslocazione cellulo-mediata dell’antigene ai linfonodi locali, da dove viene avviata una risposta immunitaria sistemica“. La traslocazione dell’inchiostro del tatuaggio ai linfonodi sembra essere un processo molto efficace. “È stato stimato che il 32% del pigmento iniettato venga traslocato dopo 6 settimane, e che fino al 99% possa essere traslocato nel tempo – hanno aggiunto gli studiosi –. I linfonodi sono bersagli sensibili per le sostanze chimiche cancerogene. Esistono prove crescenti che l’alterazione immunologica derivante dall’esposizione a solventi, ritardanti di fiamma, pesticidi e tinture per capelli giochi un ruolo chiave nella patogenesi del linfoma maligno“.
I tatuaggi possono essere un fattore di rischio per il linfoma maligno Per valutare in che misura i tatuaggi possano aumentare il rischio di sviluppare un linfoma maligno, i ricercatori hanno esaminato i casi di questo tipo di neoplasia diagnosticati in Svezia tra il 2007 e il 2017 in persone di età compresa tra i 20 e i 60 anni. A ogni persona (769 uomini e 623 donne), gli studiosi hanno abbinato (per età e sesso) tre controlli casuali (2.219 uomini e 1960 donne) senza la condizione, chiedendo poi a tutti i partecipanti allo studio se avessero o meno tatuaggi, mediante un questionario. Nel complesso, il 21% delle persone (289 casi) che avevano un linfoma maligno e il 18% delle persone (735 casi) dei gruppi di controllo hanno dichiarato di avere uno o più tatuaggi. Dall’analisi dei dati è emerso che le persone tatuate avevano un rischio del 21% più alto di sviluppare la neoplasia e che tale rischio era dell’81% più alto nelle persone con meno di due anni tra il primo tatuaggio e l’anno indice (l’anno con cui sono stati confrontati i valori degli altri anni): oltre i due anni e fino al decimo anno, il rischio diminuiva progressivamente, per poi aumentare di nuovo dopo gli undici anni. I ricercatori hanno anche scoperto che la dimensione del tatuaggio non influiva sull’aumento del rischio, per cui la probabilità di sviluppare un linfoma maligno era la stessa osservata nelle persone che avevano un tatuaggio piccolo. I sottotipi di cancro più frequentemente riscontrati erano il linfoma diffuso a grandi cellule B (28%), il linfoma di Hodgkin (21%) e il linfoma follicolare (18%). L’età media dei pazienti variava tra 51 e 57 anni. Tuttavia, le persone con linfoma di Hodgkin avevano un’età media di 36 anni. “I risultati del nostro studio suggeriscono che le persone tatuate hanno un rischio del 21% più alto di sviluppare un linfoma rispetto a chi non ha tatuaggi” hanno concluso gli studiosi, evidenziando “l’urgente necessità” di condurre ulteriori ricerche che determinino l’esatta causa di tale aumento del rischio e valutino gli effetti a lungo termine dei tatuaggi sulla salute.