Le emissioni registrate risultano compatibili con le ipotetiche Sfere di Dyson.
Secondo una ricerca almeno sette stelle della nostra galassia emettono una radiazione infrarossa che potrebbe essere compatibile con la presenza di ipotetiche megastrutture di origine aliene, le cosiddette sfere di Dyson, la cui esistenza è stata teorizzata negli anni Sessanta. A suggerire questa possibilità – ancora tutta da dimostrare, visto che non è stata scovata ancora nessuna traccia di intelligenze extraterrestri – è una ricerca pubblicata su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society da un team di studiosi guidato da Mati’ as Suazo dell’Universita’ svedese di Uppsala. Lo studio è stato realizzato nell’ambito di Hephaistos, un progetto che coinvolge esperti di vari paesi di tutto il mondo, tra cui la Svezia, l’India, il Regno Unito e gli USA nella ricerca di tracce di tecnologia extraterrestre, invece che di ipotetici segnali o messaggi che gli gli alieni potrebbero inviare al nostro pianeta. Un esempio sono le sfere di Dyson, cioè ipotetiche gigantesche strutture che gli extraterrestri potrebbero realizzare intorno alle stelle per succhiarne l’energia. La loro esistenza è stata teorizzata dal fisico britannico Freeman Dyson in una pubblicazione su Science nel 1960 e poi ripubblicata in vari racconti fantascientifici. Secondi gli esperti, qualora le sfere di Dyson esistessero davvero, le riconosceremmo grazie alla notevole quantità di radiazioni infrarosse emesse a causa del loro surriscaldamento.
Partendo da questo presupposto, i ricercatori hanno usato un particolare programma informatico per individuare simili picchi di emissione tra le 5 milioni di stelle presenti nella nostra galassia osservate con diversi strumenti, come il satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea e il telescopio spaziale Wise della Nasa. Dai dati è emerso sette stelle nane di classe M (piu’ piccole e deboli del nostro Sole) che potrebbero essere compatibili con la presenza di sfere di Dyson. Gli studiosi riconoscono che le emissioni di infrarossi potrebbero avere anche altre spiegazioni che niente hanno a che fare con civiltà extraterrestri e perciò auspicano che si possano realizzare ulteriori osservazioni con gli strumenti più potenti come il James Webb.