Gli anelli che orbitano intorno ai pianeti gassosi del nostro Sistema Solare sono cinture composte soprattutto da particelle di ghiaccio d’acqua.
La ricerca di forme di vita extraterrestre al di là del nostro pianeta ha spinto gli scienziati ad indagare tutti i potenziali habitat e non solo al di fuori del Sistema Solare. E se il luogo che può venirci in mente è Marte, ci sono anche altri corpi celesti che potrebbero ospitare acqua liquida. Anche Giove è stato oggetto di indagini da parte degli scienziati che si chiedono se la vita possa esistere in generale nei giganti gassosi. Ma un posto che è stato poco considerato dagli scienziati e, che invece potrebbe riservare delle sorprese, sono gli anelli che circondano proprio il gigante gassoso. Questi anelli, come quelli che orbitano intorno ai giganti gassosi, si compongono per lo più da frammenti di ghiaccio d’acqua, alcuni piccoli come granelli di sabbia, altre gigantesche al pari delle montagne. Potrebbero essere presenti forme di la vita in quel posto?
Gli esperti di solito pensano che un ambiente in grado di sostenere la vita come la conosciamo richieda tre elementi chiave. Il primo è l’energia: di solito, il calore e la luce di una stella, a cui le creature potrebbero attingere per la fotosintesi. Il secondo sono le sostanze organiche: composti chimici contenenti carbonio che potrebbero formare esseri viventi. Il terzo è l’acqua liquida. Ogni oggetto, dalla Luna alle comete, potrebbe avere forme di acqua in forma congelata, ma affinché la vita possa prosperare l’acqua deve trovarsi allo stato liquido. Facendo l’esempio degli anelli di Saturno, è noto che al loro interno esistono due dei tre requisiti per la vita come la conosciamo. Anche li c’è molta luce solare per nutrire la vita. E mentre gli anelli di Saturno potrebbero sembrare un luogo improbabile in cui possa esistere materia organica, la missione Cassini della NASA ha scoperto che composti di carbonio come butano e propano piovono nell’atmosfera del gigante gassoso dal suo anello a D più interno. Per sfortuna manca il terzo ingrediente: l’acqua liquida. “C’è materiale organico che cade negli anelli, e c’è la luce solare, ma semplicemente non c’è acqua liquida“, ha detto a Space.com Matthew Tiscareno, uno scienziato planetario del SETI Institute in California. “C’è molta acqua, ma è tutta ghiacciata.” Ma in generale gli anelli sono luoghi estremamente interessanti per gli scienziati per una serie di motivazioni che non sono direttamente legate alla ricerca di forme di vita extraterrestre. Per prima cosa, sono strumenti naturali, che permettono agli astronomi di individuare i pianeti che li ospitano in modi unici, osservando ad esempio i meteoriti che li colpiscono. L’esame degli anelli di un pianeta ci dice molto su come il pianeta stesso si è evoluto: solo precise condizioni permettono a queste strutture di svilupparsi. L’ultimo motivo è che gli anelli sono dei dischi: in pratica, piccoli facsimili dei dischi che creano in primo luogo i sistemi planetari. Gli esperti non sono in grado di vedere i dischi protoplanetari intorno ad altre stelle (almeno non in grande dettaglio), né sono in grado di creare una nave temporale per osservare i primordi del sistema solare, mentre sono in grado di osservare gli anelli di Saturno.
Fonte: