Il Bureau of Meteorology australiano ha recentemente osservato attentamente La Niña, dopo aver rilevato segnali di cambiamento nell’Oceano Pacifico tropicale. Attualmente, le condizioni nel Pacifico sono neutre, ma l’agenzia meteorologica ha evidenziato che esistono prove che potrebbe formarsi La Niña nel corso del 2024, come annunciato il 14 maggio.
L’attenzione verso La Niña è stata attivata dal Bureau of Meteorology a seguito del progressivo raffreddamento delle temperature della superficie del mare nel Pacifico centrale a partire da dicembre 2023. Storicamente, quando si sono verificati tali cambiamenti, si è sviluppata un’evento La Niña circa il 50% delle volte.
L’Oscillazione Meridionale dell’El Niño è un modello di fluttuazioni climatiche nel Pacifico che si alternano tra la fase più calda di El Niño e la fase più fredda di La Niña. Queste variazioni, pur localizzate nel Pacifico tropicale centrale ed orientale, hanno impatti globali, influenzando venti, temperature, modelli di pioggia, intensità degli uragani e persino la distribuzione ittica nei mari.
Le conseguenze climatiche variano da regione a regione, ma durante le fasi di El Niño si osservano in genere temperature globali più elevate, aumentando le probabilità di record di calore. Tuttavia, nonostante la presenza di La Niña, negli ultimi anni si sono registrati record di calore a causa dei cambiamenti climatici.
Nell’anno scorso, dal 2023 al 2024, si è verificata una fase particolarmente intensa di El Niño. Le acque più calde hanno spostato il flusso a getto verso sud, determinando un clima più secco e caldo nelle regioni settentrionali degli Stati Uniti e del Canada, ma più umido nelle regioni meridionali. In Australia, El Niño porta tipicamente ad un aumento delle temperature e a una diminuzione delle precipitazioni nelle regioni est e nord del paese.
Precedentemente, il pianeta ha sperimentato una rara tripla La Niña che si è protratta dal 2020 al 2023. Durante La Niña, le acque fredde del Pacifico spingono il flusso a getto verso nord, portando a un clima più secco nel sud degli Stati Uniti, ma più umido e freddo nel Pacific Northwest e in Canada.
L’Australia è particolarmente preoccupata per il ritorno di La Niña, poiché è stata associata a inondazioni significative nell’Australia orientale nel 2021 e nel 2022. Oltre all’Australian Bureau of Meteorology, anche il Climate Prediction Center del National Weather Service degli Stati Uniti e l’agenzia meteorologica giapponese prevedono il possibile ritorno di La Niña nel corso di quest’anno.
Il Climate Prediction Center degli Stati Uniti ha indicato una probabilità del 49% che La Niña si sviluppi tra giugno e agosto, con un aumento al 69% da luglio a settembre. Allo stesso modo, l’agenzia meteorologica giapponese ha stimato una probabilità del 60% di condizioni La Niña dall’autunno boreale (settembre a novembre).
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