Chiarita l’origine dell’impossibilità di alcuni insetti a prendere il volo sulle isole antartiche.
Uno studio condotto da un team di esperti dell‘Università di Monash, in Australia, ha individuato il motivo per il quale quasi tutti gli insetti delle piccole isole subantartiche hanno perso la capacità di volare. I risultati sono stati pubblicati questa settimana sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. Secondo gli scienziati è il vento a giocare un ruolo importante, anche se non esclusivo, sulla prevalenza della perdita di volo degli insetti; un’ipotesi già avanzata da Charles Darwin. Sulle isole analizzate le mosche camminano mentre le falene strisciano, come decine di specie che, in questo territorio, hanno perso le ali. “La posizione di Darwin era semplice; gli insetti che volano vengono spinti dal forte vento in mare. Quelli rimasti a terra per riprodursi sono i più riluttanti a volare‘”, ha spiegato Rachel Leihy , uno degli autori dello studio.
La scoperta del naturalista inglese giunge dopo un dibattito nel mondo scientifico con il famoso botanico Joseph Hooker, che aveva messo in discussione l’approccio di Darwin non tendendo in considerazione il fatto che le piccole isole dell’Antartico sono i luoghi più ventosi della Terra. Insomma le condizioni climatiche estreme rendono il volo degli insetti energicamente dispendioso per i loro muscoli e per le loro ali perciò, con il tempo, hanno reindirizzato la loro energia per la riproduzione. “È straordinario che dopo 160 anni le idee di Darwin continuino a contribuire con la conoscenza all’ecologia”, ha concluso il ricercatore.