L’influenza aviaria è al centro dell’attenzione in questo momento, con sempre più specie che vengono colpite dal virus, suscitando preoccupazione diffusa. Oltre a diffondersi tra gli uccelli, l’infezione può trasmettersi ad altri animali, compresi gli esseri umani, alimentando timori di una possibile pandemia animale su scala globale.
Attualmente, l’epidemia causata dal ceppo H5N1 è iniziata nel 2020 e ha provocato la morte di decine di milioni di volatili e uccelli selvatici in tutto il mondo. Negli ultimi mesi, si è verificato un aumento delle segnalazioni di infezioni nei mammiferi, tra cui mucche, capre, gatti, e persino un orso polare e un delfino tursiope risultati positivi all’influenza aviaria.
Recentemente, è stato riportato che una persona in Texas si è infettata con il virus dopo essere entrata in contatto con bovini da latte presumibilmente infetti. Questo caso rappresenta solo la seconda persona negli Stati Uniti a risultare positiva all’H5N1. Fino a martedì, nove stati americani avevano segnalato focolai in bovini da latte, con il latte che ha dato positivo per frammenti del virus H5N1.
Il governo degli Stati Uniti ha annunciato che sta testando la carne macinata in nove stati per tracce del virus, confermando l’attenzione e le misure preventive adottate. Gli esperti sottolineano l’importanza di monitorare da vicino la situazione e di adottare precauzioni adeguate.
Per quanto riguarda la diffusione del virus, nei volatili l’H5N1 si trasmette attraverso saliva, secrezioni nasali e feci, mentre nei mammiferi la modalità di trasmissione non è ancora del tutto chiara. Secondo il dottor James Lowe, professore di medicina veterinaria clinica all’Università di Illinois Urbana-Champaign, le mucche infette potrebbero essere state esposte ad uccelli infetti e alle loro feci, spiegando così la possibile trasmissione.
Le diverse specie reagiscono in modi diversi all’influenza aviaria. Il virus H5N1 interagisce con i recettori dell’acido sialico (SA) sulla superficie delle cellule, con effetti variabili a seconda delle specie. Nei mammiferi marini e in alcuni mammiferi carnivori, il virus può migrare al cervello, causando malattie gravi. Negli esseri umani, il virus colpisce principalmente i polmoni, causando polmonite in alcuni casi.
Nonostante la preoccupazione generale, gli esperti sottolineano che il rischio attuale per la salute pubblica è basso e che non ci sono segnali di una diffusione efficiente del virus tra gli esseri umani. La mortalità umana a causa dell’infezione da influenza aviaria è estremamente bassa, e non ci sono prove che l’H5N1 si stia diffondendo tra le persone.
La FDA ha confermato che l’approvvigionamento commerciale di latte è sicuro e che la pastorizzazione è efficace nell’inattivare il virus dell’influenza aviaria. Sono in corso sforzi per sviluppare vaccini e terapie, mentre i CDC raccomandano di evitare il contatto diretto con uccelli selvatici e animali potenzialmente infetti.
È importante consultare sempre i professionisti sanitari per eventuali domande o preoccupazioni relative alla salute. La ricerca e la vigilanza costante sono fondamentali per affrontare la minaccia dell’influenza aviaria e proteggere la salute pubblica.
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