Le trasfusioni di sangue sono un’importante pratica medica che salva vite umane in situazioni di emergenza. Ogni donazione di sangue può fare la differenza per qualcuno in difficoltà, tuttavia non tutto il sangue è adatto a tutti i pazienti a causa della diversità dei tipi sanguigni. I donatori universali sono particolarmente ricercati, ma la maggior parte delle donazioni deve essere destinata a ricevitori con tipi sanguigni specifici.
Attualmente, esistono 45 sistemi di gruppi sanguigni noti, che dipendono dalla presenza di 362 antigeni sulle cellule rosse del sangue. Tra questi, il sistema ABO e l’antigene rhesus (Rh) sono i più rilevanti. Le persone possono appartenere ai gruppi A, AB, B o O e avere un tipo Rh positivo o negativo.
Recenti scoperte hanno portato alla luce l’esistenza di enzimi in grado di rimuovere specifici zuccheri che costituiscono gli antigeni A e B, aprendo la strada a un futuro in cui tutto il sangue potrebbe diventare universale. Questo significa che il sangue di tipo B potrebbe presto diventare adatto a tutti i riceventi, eliminando la necessità di corrispondenze sanguigne complesse.
Il professor Maher Abou Hachem, autore principale dello studio condotto presso la Technical University Of Denmark, ha dichiarato che il team di ricerca si sta concentrando sull’ottimizzazione degli enzimi per rendere possibile la produzione di sangue universale dai donatori di gruppo B. Tuttavia, sono ancora necessari ulteriori studi per convertire con successo il sangue di gruppo A in sangue universale.
La chiave di questa innovazione risiede negli enzimi estratti da un batterio chiamato Akkermansia muciniphila, che si trova nell’intestino umano. Questo batterio è in grado di rompere il muco intestinale utilizzando enzimi specifici, che si sono dimostrati efficaci anche nel rimuovere gli antigeni del gruppo sanguigno ABO dal sangue.
Il team di ricerca ha estratto 24 enzimi dal batterio e li ha utilizzati per elaborare centinaia di campioni di sangue. In collaborazione con l’Università di Lund, è stata presentata una domanda di brevetto per il trattamento attuale e si sta lavorando su un nuovo processo che prevede ulteriori test sugli enzimi nei prossimi 3,5 anni.
Il professor Martin L. Olsson, leader dello studio presso l’Università di Lund, ha sottolineato che la creazione di sangue universale avrà un impatto significativo sull’efficienza nell’utilizzo delle donazioni di sangue e sulla sicurezza delle trasfusioni, riducendo al minimo il rischio di errori che potrebbero avere conseguenze fatali per i pazienti.
In conclusione, la ricerca pubblicata sulla rivista Nature Microbiology rappresenta un importante passo avanti verso la realizzazione di sangue universale, che semplificherà la logistica delle trasfusioni e contribuirà a ridurre lo spreco di sangue, garantendo al contempo una maggiore sicurezza per i pazienti che necessitano di trasfusioni.
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