Plutone, oggetto situato oltre l’orbita di Nettuno nella Fascia di Kuiper, è un pianeta nano che presenta diverse peculiarità che lo rendono un soggetto di studio affascinante per gli scienziati. Oltre alla missione della NASA che ha inviato una sonda nel 2015, gli studiosi si affidano principalmente alle occultazioni stellari per analizzare l’atmosfera di Plutone quando il pianeta nano passa davanti a una stella luminosa dal nostro punto di vista.
Secondo l’astronomo Bruno Sicardy, la rifrazione svolge un ruolo essenziale nello studio delle variazioni di flusso e delle aureole osservate durante questi eventi. Questo fenomeno consente di ottenere informazioni cruciali sulle atmosfere planetarie, come la densità, i profili di pressione e temperatura, nonché la presenza di onde gravitazionali atmosferiche e venti zonali.
Plutone, con un’orbita che dura 248 anni, ha una distanza variabile dal Sole che oscilla tra 49,3 e 30 unità astronomiche (UA), dove 1 UA rappresenta la distanza media tra la Terra e il Sole. Questa vasta gamma di distanze influenza drasticamente le temperature sulla superficie di Plutone, che possono raggiungere valori estremamente bassi come -233°C nel punto più lontano dal Sole e -223°C nel punto più vicino.
Le oscillazioni termiche hanno un impatto significativo sull’atmosfera del pianeta nano. Quando Plutone si avvicina al Sole, i ghiacci superficiali sublimano, creando temporaneamente una sottile atmosfera a causa della bassa gravità del pianeta, che permette all’atmosfera di estendersi in altezza più di quanto avviene sulla Terra.
Durante la parte dell’anno in cui Plutone si allontana dal Sole, le temperature diminuiscono notevolmente, causando il congelamento dell’atmosfera che cade sulla superficie come neve. Questo ciclo stagionale è ben noto agli scienziati e ha un impatto diretto sull’evoluzione atmosferica del pianeta nano.
Nonostante ci si aspettasse una contrazione dell’atmosfera di Plutone a causa della sua progressiva lontananza dal Sole, le osservazioni fino al 2018 hanno mostrato un aumento della pressione superficiale e della densità atmosferica. Gli scienziati attribuiscono questo fenomeno all’inerzia termica, che mantiene calde le riserve di ghiaccio di azoto sulla superficie del pianeta.
Le recenti ricerche indicano che le riserve di ghiaccio di azoto stanno iniziando a raffreddarsi, come dimostrato da un’occultazione del 2020 che ha evidenziato la contrazione dell’atmosfera di Plutone. Questo processo segna il passaggio del pianeta nano verso l’inverno plutoniano, con la progressiva perdita del calore immagazzinato che ha mantenuto attiva la sua atmosfera per lungo tempo.
Links: