Ora sappiamo cosa vuol dire vedere pezzi di spazzatura spaziale nell’orbita terrestre. La filiale giapponese di Astroscale ha utilizzato il suo satellite ADRAS-J per registrare uno stadio di razzo scartato vicino al nostro pianeta e ha rilasciato l’immagine questo venerdì (26). “Preparatevi, [questa è] la prima foto al mondo di detriti spaziali catturati attraverso operazioni di rendezvous e di prossimità durante la nostra missione ADRAS-J“, ha scritto Astroscale nel post. Il nome ADRAS-J è l’acronimo di Active Debris Removal di Astroscale-Japan (o Active Debris Removal di Astroscale-Japan, nella traduzione libera). La missione è stata lanciata nell’orbita terrestre con un razzo Rocket Lab Electron a febbraio, con l’obiettivo di avvicinarsi allo stadio superiore del razzo H-2A e studiarlo.
Il veicolo è stato lanciato nel 2018, ma nel 2019 si è frantumato formando più di 70 pezzi. L’anno successivo, la Stazione Spaziale Internazionale ha dovuto eseguire una manovra per deviare i frammenti per assicurarsi che rimanessero a distanza di sicurezza. L’obiettivo è stato raggiunto. All’inizio del mese, ADRAS-J si trovava a poche centinaia di chilometri dal razzo, per poi iniziare la fase di avvicinamento. Sono state effettuate diverse manovre e al termine delle stesse il satellite si è trovato a poche centinaia di metri dall’oggetto. L’idea è che i dati ottenuti durante la procedura contribuiscano allo sviluppo di altri veicoli spaziali in grado di effettuare la manutenzione dei satelliti o addirittura di rimuoverli dallo spazio.
Ma il lavoro non è finito. “Nella prossima fase della missione, ADRAS-J tenterà di catturare ulteriori immagini dello stadio superiore attraverso diverse operazioni di sorvolo controllate“, ha aggiunto Astroscale. L’azienda ha sottolineato che le foto e i dati ottenuti dovrebbero svolgere un ruolo fondamentale per comprendere sia i detriti orbitali che le future missioni per rimuoverli. Tali procedure sono complesse, ma importanti per mantenere l’orbita terrestre sicura e accessibile per le missioni future. L’H-2A, ad esempio, misura 11 metri per 4 e, se entrasse in collisione con un altro detrito spaziale o satellite, potrebbe generare una vera e propria nuvola di detriti. Questi frammenti potrebbero scontrarsi con altri, provocando un effetto domino di impatti orbitali.