Per gli esperti dipende da quante mosche e per quanto tempo l’insetto è stato a contatto con l’alimento.
Presenti soprattutto nei mesi caldi, le mosche sono gli insetti più comuni nelle case e purtroppo, a volte, anche sugli alimenti a tavola. In tanti si chiedono se è possibile consumare un alimento su cui si è appena posata una mosca. Uno studio dell’Università di Sydney ha chiarito che, in generale, il rischio di contaminazione degli alimenti è basso, ma non nullo. Le mosche spesso “vomitano” sugli alimenti di cui si cibano: in pratica sputano la saliva ricca di enzimi per dissolvere parzialmente il cibo per succhiarlo attraverso la loro bocca. C’è da tener presente anche che passano gran parte del loro tempo alimentandosi di sostanze organiche in decomposizione, compresi gli escrementi. Insomma si tratta di animali che ospitano una quantità significativa di germi. Sono ben 130 gli agenti patogeni presenti sulle mosche domestiche come funghi, virus, parassiti e batteri, alcuni dei quali erano “potenzialmente pericolosi per la vita.” Tali agenti patogeni in questione sono capaci di provocare anche intossicazioni alimentari, con vomito, nausea, mal di pancia, diarrea e febbre.
Ma tali agenti patogeni sono sufficienti da contagiare una persona sana? Dipende dal tempo durante il quale la mosca è rimasta sull’alimento. Se una sola mosca ha avuto un breve contatto con l’alimento, per gli esperti il cibo è ancora commestibile. Naturalmente ciò non accade nel caso in cui molte mosche si sono posate sul cibo per varie ore. In questo caso è meglio gettarlo via. Insomma il pericolo per la salute di una sola mosca che si posa per pochi secondi su un alimento fresco è quasi nullo, soprattutto se si possiede un sistema immunitario normale.