Un nuovo buco nero è stato recentemente scoperto con una massa 33 volte superiore a quella del Sole, stabilendo un nuovo record per un buco nero stellare nella nostra galassia. Questo supera di gran lunga il precedente record di circa 20 masse solari e conferma le teorie sulla formazione di oggetti di questa massa.
Le stelle più grandi terminano le loro vite come supernovae, generando buchi neri dalle esplosioni catastrofiche. Questi buchi neri hanno notevolmente meno massa rispetto alle stelle di origine, poiché molta è stata espulsa durante la loro vita e nell’evento della supernova.
Nella nostra galassia, molti di questi buchi neri rimangono nascosti, ma fortunatamente, le stelle in esplosione spesso fanno parte di sistemi binari o gruppi più ampi. Alcuni compagni stellari vengono espulsi dalla forza della supernova, mentre quelli più massicci o distanti sopravvivono e orbitano attorno al buco nero, rivelando la sua presenza.
L’oggetto che influenza la stella 2MASS J19391872+1455542, facendola compiere un’orbita di 11,6 anni, ha una massa migliaia di volte superiore a quella del pianeta più grande conosciuto. Si ipotizza che questo oggetto sia un buco nero, più grande del 50% rispetto a Cygnus X-1, il precedente residuo più grande della nostra galassia.
La scoperta è stata effettuata analizzando i dati provenienti dal telescopio Gaia, noto per tracciare i movimenti stellari con grande precisione. Questo oggetto, denominato Gaia BH3, si trova a 2.000 anni luce di distanza nella costellazione dell’Aquila.
Secondo Pasquale Panuzzo dell’Osservatorio di Parigi, la scoperta di Gaia BH3 è stata inaspettata e rappresenta un evento unico nella ricerca astronomica. L’utilizzo del Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio Europeo Meridionale ha confermato le misurazioni e fornito ulteriori dettagli sull’oggetto.
Le onde gravitazionali hanno rivelato l’esistenza di buchi neri stellari ancora più massicci a miliardi di anni luce di distanza. Tuttavia, la scoperta di Gaia BH3 fornisce nuove informazioni sulla formazione di buchi neri provenienti da stelle povere di metalli, risalenti all’epoca del Big Bang.
La stella J19391872+1455542 è stata confermata come molto povera di metalli, suggerendo che la stella che ha dato origine a Gaia BH3 possedeva una composizione simile. Questa stella, molto vecchia e con una massa inferiore a quella del Sole, ha iniziato il processo di trasformazione in una gigante rossa.
Un’analisi completa di Gaia BH3 è prevista per il 2025, ma il team di ricerca ha reso i dati accessibili ad altri astronomi per massimizzare le opportunità di apprendimento. La scoperta è stata pubblicata in open access sulla rivista Astronomy and Astrophysics.
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