Un nuovo annuncio ha rivelato che la pirite, nota come “oro dei folli” per il suo bagliore dorato, potrebbe nascondere un tesoro inaspettato: una quantità sorprendente di litio. Questa scoperta senza precedenti è stata fatta da un team di ricerca guidato da Shailee Bhattacharya, geochemico sedimentario e dottorando presso il laboratorio IsoBioGeM dell’Università della Virginia Occidentale, insieme al Professor Shikha Sharma.
Il team ha presentato i risultati della loro ricerca durante l’Assemblea Generale 2024 dell’Unione Europea delle Scienze della Terra (EGU), concentrandosi su campioni di rocce sedimentarie del Devoniano medio del bacino degli Appalachi negli Stati Uniti. Le analisi hanno rivelato una quantità sorprendente di litio nei minerali di pirite nello scisto, un risultato che ha lasciato gli scienziati stupefatti.
La scoperta è avvenuta durante un’indagine sui vecchi siti industriali come potenziali fonti di litio, tra cui i residui minerari, cumuli di minerali rimasti dopo l’estrazione del minerale target. I minerali di pirite nello scisto si sono rivelati una fonte particolarmente ricca di litio, aprendo nuove prospettive per l’industria delle batterie.
Il litio, conosciuto anche come “oro bianco”, è essenziale per la produzione di batterie ad alta efficienza energetica. Attualmente, la produzione mondiale di litio è di circa 100.000 tonnellate all’anno, ma secondo le previsioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), entro il 2030 potremmo aver bisogno da 2,5 a 5 volte di più: da 240.000 a 450.000 tonnellate.
La ricerca di nuove fonti di litio diventa quindi cruciale per sostenere la transizione verso un’economia più verde. Trovare il litio nella pirite potrebbe essere una svolta significativa, anche dal punto di vista ambientale, poiché potrebbe ridurre la dipendenza da estrazioni primarie.
I ricercatori hanno sottolineato l’importanza di identificare nuove fonti di litio sicure ed economiche, come i residui di vecchie operazioni industriali, per ridurre al minimo la produzione di rifiuti. Questa prospettiva potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile e vantaggiosa per l’industria delle batterie.
Il team presenterà ulteriori dettagli e risultati della loro ricerca all’Assemblea Generale 2024 dell’EGU, contribuendo a illuminare il futuro della produzione di litio e delle tecnologie delle batterie.
Links: