Immagina di poter avere una conversazione nei tuoi sogni. Forse è solo un normale chiacchiericcio, oppure potrebbe trattarsi di un acceso litigio con qualcuno. Sarebbe affascinante se fosse possibile registrare tutto ciò. Ebbene, sembra che anche gli uccelli diventino vocali nei loro sogni, come dimostra uno studio recente che ha cercato di tradurre questo fenomeno.
Da tempo gli scienziati sanno che gli uccelli sembrano sognare di cantare. Durante il sonno, si attivano gli stessi neuroni che si attivano quando sono svegli e cantano, come se stessero esercitandosi. Tuttavia, fino al 2018, non era stato facile tradurre in suono questa attività onirica.
Il professor Gabriel Mindlin e il suo team hanno scoperto che gli uccelli, durante il sonno, eseguono esercizi con i muscoli vocali, simili a quelli che farebbero mentre cantano durante il giorno. Tuttavia, non possiamo sentire effettivamente la canzone che stanno “cantando” nei sogni, poiché il ritmo respiratorio non subisce variazioni e manca l’energia necessaria per generare suoni.
Per identificare i movimenti muscolari vocali negli uccelli durante il sonno, i ricercatori hanno utilizzato la tecnica dell’elettromiografia. Successivamente, hanno utilizzato i dati raccolti insieme a un modello di sistemi dinamici per tradurre le canzoni sognate dai grandi kiskadee.
Il professor Mindlin ha dichiarato: “Negli ultimi 20 anni ho studiato la fisica del canto degli uccelli e come tradurre le informazioni muscolari in canzoni. Utilizzando i modelli di attività muscolare, possiamo sintetizzare le canzoni corrispondenti”.
Quando i grandi kiskadee si trovano in una lite territoriale, eseguono una vocalizzazione distintiva chiamata “trillo”, composta da brevi sillabe emesse a una frequenza di circa 10-20 Hz. Le canzoni sintetiche prodotte nello studio hanno rivelato che i kiskadee sembravano sognare di confronto.
Analizzando i modelli di attività muscolare durante il sonno, gli autori hanno individuato consistenti modelli di attività corrispondenti alle vocalizzazioni, con sequenze di brevi attivazioni muscolari che si verificano a una frequenza tra 15 e 20 Hz.
Questo studio potrebbe far riflettere sul fatto che non siamo l’unica specie che si agita nei sogni. Mindlin ha commentato: “Ho provato grande empatia immaginando quel volatile solitario che ricreava una disputa territoriale nel suo sogno. Abbiamo più in comune con altre specie di quanto di solito riconosciamo”.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Chaos”.
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