Tra 250 milioni di anni la Terra sarà quasi inabitabile per l’uomo

La Terra potrebbe diventare inabitabile per gli esseri umani prima di quanto si immaginasse in precedenza, tra circa 250 milioni di anni. Il problema sarà, secondo gli scienziati dell’Università di Bristol, il clima del prossimo supercontinente, Pangea Ultima.

Come si formerà il prossimo supercontinente della Terra?

La deriva dei continenti e la dinamica delle placche tettoniche non sono una novità. Conosciamo già lo stato dei continenti nel passato, con esempi ben noti come Pangea e Rodinia, ma la prossima forma che le masse continentali assumeranno in futuro – il prossimo supercontinente, in altre parole – è ancora oggetto di accesi dibattiti. Tra le proposte più apprezzate dai geologi, ce ne sono quattro che restano le più forti nella disputa: Novopangea, Aurica, Amasia e Pangea Ultima. Per lo studio attuale, tuttavia, pubblicato sulla rivista scientifica Nature Geoscience, le previsioni per il futuro della Terra si basano solo sulla Pangea Ultima, dove il supercontinente lascerebbe l’Oceano Atlantico come mare interno.

I mammiferi nel continente del futuro


In Pangea Ultima, anche l’Antartide andrà a nord per fondersi con gli altri continenti, formando un “anello” terrestre – secondo i modelli computerizzati, ovviamente. La simulazione mostra anche che le dimensioni del supercontinente da sole saranno sufficienti a rendere il clima praticamente inospitale per i mammiferi come noi. La giunzione continentale potrebbe generare un enorme rilascio di energia, poiché masse di terra e lava subirebbero molto attrito, cosa che avverrebbe attraverso enormi eruzioni vulcaniche. Ciò rilascerebbe molta CO2 nell’atmosfera – un gas la cui influenza potrebbe persino causare ere glaciali estreme – e aumenterebbe l’effetto serra. In combinazione con la maggiore luminosità solare prevista per il futuro, il mondo tra 250 milioni di anni sarà molto, molto caldo.

Le correnti oceaniche, quindi, così come la circolazione dell’aria e dell’acqua, cambieranno e influenzeranno i modelli climatici, aumentando l’umidità nelle regioni costiere e rendendo l’interno dei continenti più secco e arido. La temperatura del futuro è stimata tra 40 ºC e 50 ºC, lasciando solo tra l’8% e il 16% della Pangea Ultima abitabile per i mammiferi. Poiché i mammiferi usano il sudore per regolare la temperatura corporea, un periodo prolungato di calore non ci consentirà di raffreddare il corpo. Anche le piante soffriranno a queste temperature, poiché sopra i 40 ºC non possono prosperare e sopra i 60 ºC subiscono danni irreversibili. Senza di essi, la catena alimentare dei mammiferi ne risente fin dall’inizio, generando un’estinzione di massa. Nonostante la previsione senza speranza, il modello computazionale utilizzato potrebbe aiutarci a scoprire altri pianeti abitabili nell’universo attraverso eventi tettonici, che già sappiamo avere un’influenza sul cambiamento climatico e possono indicare lo stato in cui si trovano i pianeti candidati.

Fonte: https://www.nature.com/articles/s41561-023-01259-3