Un’estesa corrente d’aria circolante nota come vortice polare artico ha del tutto invertito la rotta e ora ruota nella direzione opposta. I venti, in pratica, soffiano da est e gli studiosi stanno cercando di prevedere quali effetti questo evento possa avere sul meteo nei prossimi mesi. Questo tipo di inversioni non è così insolito. Durante i mesi estivi nell’emisfero settentrionale, ad esempio, i venti circolanti del vortice rallentano e iniziano a ruotare anche verso est (in senso orario attorno all’Artico). Tuttavia, le inversioni da ovest a est durante i mesi invernali possono avere impatti significativi, e poche sono così drastiche come quella registrata nel marzo 2024. È tra le prime sei inversioni più significative dal 1979, secondo la scienziata del clima Amy Butler del National Oceanic e l’Atmospheric Administration (NOAA), in un’intervista a Spaceweather.com .
Come descritto dall’esperta del clima della NOAA Rebecca Lindsey, gli eventi stratosferici di quest’inverno sono stati tutt’altro che tipici, e anzi mostrano “numerosi dati di drammaticità”. Il vortice polare si trova nella stratosfera, che inizia a circa 6-20 chilometri al di sopra la superficie del pianeta e raggiunge circa 50 chilometri. Mentre la maggior parte del tempo che sperimentiamo è una caratteristica della troposfera sottostante, venti stratosferici estremi fino a 250 chilometri orari mantengono una sacca di aria fredda intrappolata sopra il Polo Nord. A volte, però, accade che le onde atmosferiche chiamate onde di Rossby si spingono verso l’alto e indeboliscono il vortice polare, provocando la fuoriuscita di parte dell’aria fredda. Si tratta di un fenomeno noto come evento di riscaldamento stratosferico improvviso, ed è quello che è successo in questo caso. Questo evento può portare a ondate di freddo sulla terra, ma non in ogni caso. È ancora presto per studiare le conseguenze di quest’ultima inversione del vortice polare, ma gli esperti hanno già notato un picco nei livelli di ozono sopra l’Artico. Succede perché un vortice polare più debole fa sì che più ozono fluisca verso i poli e rimanga lì, ed è il più grande picco di ozono artico mai registrato a marzo. I livelli di ozono dovrebbero tornare alla normalità non appena il vortice polare tornerà alla sua consueta rotazione in senso antiorario e, almeno finora, non si è verificato alcun importante sbalzo meteorologico. Sembra che una delle inversioni dei vortici polari più significative della storia non abbia avuto un grande impatto in termini meteorologici. C’è però una visione a lungo termine: man mano che il pianeta si riscalda, non è chiaro come il vortice polare potrebbe iniziare a cambiare. Tutto, dai modelli di circolazione di El Niño alla copertura del ghiaccio marino, ha un ruolo, e gli scienziati controlleranno il vortice polare – e qualsiasi importante inversione – negli anni a venire.