Realizzata la più grande fotocamera digitale di sempre

Le immagini sono così dettagliate che potrebbero rilevare una pallina da golf a 24 chilometri di distanza.

Dopo due decenni di lavoro, scienziati e ingegneri dello SLAC National Accelerator Laboratory del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti hanno annunciato questo mercoledì il completamento della “più grande fotocamera digitale mai costruita per l’astronomia“. La Legacy Study of Space and Time (LSST) da 3.200 megapixel aiuterà i ricercatori a osservare il nostro universo con dettagli senza precedenti. L’LSST sarà installato presso l’Osservatorio Vera C. Rubin (Cile) e raccoglierà immagini di circa 20 miliardi di galassie. “Con il completamento dell’unica telecamera LSST presso SLAC e la sua imminente integrazione nel resto dei sistemi dell’Osservatorio Rubin in Cile, presto inizieremo a produrre il miglior filmato di sempre e la mappa più informativa del cielo notturno mai creata“, ha commentato Zeljko Ivezic, direttore dei lavori dell’Osservatorio Rubin.

La fotocamera ha le dimensioni di una piccola automobile e pesa circa 3.000 chilogrammi. La sua lente frontale misura più di 1,5 metri, la lente più grande mai realizzata per questo scopo. Un altro obiettivo largo un metro ha dovuto essere progettato appositamente per mantenere la forma e la chiarezza ottica, sigillando al tempo stesso la pompa a vuoto che ospita l’enorme piano focale della fotocamera. Quest’ultimo è composto da 201 sensori individuali progettati su misura ed è così piatto che varia non più di un decimo della larghezza di un capello umano. I pixel stessi sono larghi solo 10 micron. La caratteristica più importante della fotocamera è la sua risoluzione, che è così alta che ci vorrebbero centinaia di televisori ad altissima definizione per visualizzare anche solo una delle sue immagini a grandezza naturale, ha spiegato Aaron Roodman, professore dello SLAC e vicedirettore dell’Osservatorio Rubin. “Le loro immagini sono così dettagliate che potrebbero rilevare una pallina da golf a circa 24 chilometri di distanza, coprendo una fascia di cielo 7 volte più ampia della luna piena. Queste immagini con miliardi di stelle e galassie aiuteranno a scoprire i segreti dell’universo“, ha detto Roodman.

Perché una fotocamera così grande?


Nel corso di un decennio, la fotocamera genererà un’enorme quantità di dati sul cielo notturno dell’emisfero meridionale. Questi dati aiuteranno a comprendere l’energia oscura e a cercare la materia oscura, la sostanza misteriosa che costituisce circa l’85% della materia nell’universo. I ricercatori intendono inoltre utilizzare l’enorme sensibilità di Rubin per comprendere meglio i cambiamenti nel cielo notturno, nella Via Lattea e nel nostro sistema solare. La fotocamera LSST cercherà segni di una debole lente gravitazionale, attraverso la quale le galassie massicce piegano leggermente il percorso seguito dalla luce proveniente dalle galassie di fondo per raggiungerci. La lente debole rivela qualcosa sulla distribuzione della massa nell’universo e su come è cambiata nel tempo, il che aiuterà i cosmologi a capire come l’energia oscura guida l’espansione dell’universo.