Per gli esperti si tratta della conseguenza della selezione naturale.
Le rane che popolano l’area più prossima alla zona di esclusione di Chernobyl si caratterizzano per un colore molto più scuro rispetto a quelle che vivono in altre zone. Il motivo non è da ricercare negli effetti delle radiazioni prodotte dall’incidente del 1986, ma dall’aumento del livello di melanina che il loro corpo ha attivato per proteggersi nell’ambiente fortemente contaminato. A suggerirlo è una ricerca realizzata dagli esperti spagnoli Pablo Burraco, ricercatore post-dottorato della Stazione biologica di Doñana (CSIC), a Siviglia, e da Germán Orizaola docente del Dipartimento di Biologia degli Organismi e dei Sistemi dell’Università di Oviedo, che hanno analizzato il colore della raganella orientale di Sant’Antonio (Hyla orientalis), che popola diverse zone dell’Ucraina del nord. “Nel periodo compreso tra il 2017 e il 2019 abbiamo studiato la tonalità di oltre 200 maschi di raganelle orientali prese in 12 diversi stagni” hanno dichiarato gli esperti a The Conversation. I dati mostrano come la tonalità delle raganelle di Chernobyl potrebbe essere correlato ad un processo di veloce evoluzione alle radiazioni. “In queste condizioni – hanno spiegato gli esperti – le rane con tonalità più scura nel momento dell’incidente, che di solito sono una minoranza, sarebbero state favorite dall’azione protettiva della melanina”. In pratica gli esemplari con maggiori concentrazioni di melanina sarebbero sopravvissuti meglio alle radiazioni riproducendosi con più successo rispetto alle altre.
“Quello che è meno noto della melanina – spiegano gli esperti – è che è in grado di abbattere le conseguenze negative delle radiazioni ultraviolette, ma anche alle radiazioni ionizzanti, come dimostrano i funghi. In pratica la melanina è in grado di assorbire e dissipare gran parte dell’energia della radiazione. Può, inoltre, eliminare le molecole ionizzate nella cellula. Queste caratteristiche rendono meno probabile che i soggetti esposti alle radiazioni subiscano danni cellulari aumentando le probabilità di sopravvivenza”. Dopo il disastro di Chernobyl si sono sviluppare oltre dieci generazioni di rane e questo fenomeno rappresenta “un classico, anche se molto rapido, processo di selezione naturale nella zona di esclusione”. La scoperta sulle rane nere di Chernobyl rappresenta un primo passo per capire meglio il ruolo protettivo della melanina nelle aree contaminate da radiazioni.