Un’importante scoperta archeologica è stata appena fatta a Cap d’Erquy, nella regione della Côtes d’Armor, in Francia.
Le rovine di un villaggio di forma circolare risalente all’età del ferro sono state scoperte utilizzando una rivoluzionaria tecnologia di imaging satellitare. Il villaggio scoperto a Cap d’Erquy è composto da una ventina di capanne circolari disposte attorno ad una piazza centrale. Gli archeologi ritengono che questo villaggio sia stato occupato tra l’VIII e il V secolo aC da una comunità gallica. L’area che gli antichi Galli chiamavano casa comprendeva parti della Germania occidentale, dell’Italia settentrionale e del Belgio oltre all’attuale Francia. I Galli, un popolo celtico , erano divisi in più tribù e governati da una classe terriera nella loro società agricola. Le tribù di tutta la Gallia operavano indipendentemente l’una dall’altra e si univano solo in tempi di crisi. Ogni tribù aveva i suoi leader e le loro religioni .
Durante le guerre galliche (58–50 a.C.), Giulio Cesare guidò i romani nella conquista della Gallia. “Si tratta di una scoperta eccezionale che ci permette di comprendere meglio la vita quotidiana dei Galli durante l’età del ferro. Questa tecnologia apre la strada a nuove scoperte significative e consente l’esplorazione di siti archeologici precedentemente inaccessibili”, spiega Jean-Yves Peskebrel, archeologo dell’INRAE (Istituto nazionale per la ricerca archeologica e-realistica). Sviluppata dall’INRAE e conosciuta come “LiDAR”, questa tecnologia utilizza i laser per scansionare il terreno e creare ricostruzioni volumetriche di precisione senza pari. Questo processo permette di individuare strutture sepolte invisibili ad occhio nudo, senza la necessità di scavi invasivi. La scoperta del villaggio di Cap d’Erquy è un esempio spettacolare del potenziale della tecnologia LiDAR per l’archeologia. Questa tecnologia apre la strada a grandi scoperte e permette di esplorare siti archeologici inaccessibili attraverso gli scavi tradizionali.