Un individuo residente in Texas è risultato positivo al virus dell’influenza aviaria H5N1 dopo essere entrato in contatto con mucche da latte presumibilmente infette. Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) degli Stati Uniti, il paziente sta recuperando e ha riportato come unico sintomo gli occhi rossi. Attualmente è in isolamento e sta ricevendo un trattamento antivirale specifico per l’influenza.
Nonostante questo caso rappresenti un traguardo significativo nell’epidemia di influenza aviaria in corso, i CDC sottolineano che il rischio per il pubblico statunitense è considerato basso. Le persone maggiormente a rischio sono coloro che hanno contatti ravvicinati o prolungati con uccelli infetti o altri animali, come il bestiame.
Questo sviluppo arriva pochi giorni dopo la scoperta del virus dell’influenza aviaria H5N1 in allevamenti lattiero-caseari in Texas, Kansas, Nuovo Messico e Michigan, con un altro presunto focolaio non confermato in Idaho.
Le autorità rassicurano che non vi è alcuna preoccupazione per la salute dei consumatori in relazione a questa situazione. Tuttavia, si consiglia di evitare il consumo di latte crudo o prodotti non pastorizzati provenienti da mucche potenzialmente infette.
Questo è solamente il secondo caso di individuo positivo al virus dell’influenza aviaria H5N1 mai segnalato negli Stati Uniti, il primo risalente al 2022 in Colorado. Anche in quel caso, il paziente coinvolto lavorava nell’agricoltura e era stato esposto al pollame affetto da influenza aviaria.
L’influenza aviaria, nota anche come influenza aviaria, è un’infezione che colpisce gli uccelli causata da diverse varianti del virus dell’influenza A. Il ceppo H5N1, identificato per la prima volta nel 1996 in Cina, ha iniziato a infettare gli esseri umani a Hong Kong nel 1997. Negli ultimi quattro anni, una nuova forma di H5N1 si è diffusa rapidamente in tutto il mondo, infettando principalmente pollame e uccelli selvatici, ma anche mammiferi, inclusi gli esseri umani.
Dal 2003 alla fine di marzo 2024, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha registrato un totale di 888 casi umani di H5N1, con 463 decessi, provenienti da 23 paesi. Nonostante la costante vigilanza delle autorità sanitarie, l’OMS sottolinea che il rischio per il pubblico è basso, poiché la trasmissione da persona a persona è limitata.
Oltre agli esseri umani, l’epidemia in corso di influenza aviaria H5N1 ha avuto un impatto devastante sulla fauna selvatica dal 2000, infettando milioni di uccelli e un numero imprecisato di mammiferi. Ha causato la morte di animali anche in luoghi remoti come un orso polare in Alaska e pinguini in Antartide.
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