A seguito delle crescenti preoccupazioni sulla sopravvivenza delle specie di gufi native dell’America del Nord occidentale, il Servizio della Fauna Selvatica degli Stati Uniti (USFWS) ha elaborato una proposta preliminare che prevede l’abbattimento di quasi mezzo milione di gufi striati nel corso di tre decenni. Questo piano ha suscitato un’ondata di indignazione da parte dei gruppi di difesa degli animali.
I gufi striati, originariamente tipici della costa orientale del Nord America, hanno esteso il loro areale fino alla costa occidentale negli ultimi 100 anni. Secondo l’USFWS, questa specie è considerata invasiva e rappresenta una minaccia per due specie native della costa orientale: il gufo macchiato del nord, classificato come specie minacciata ai sensi dell’Endangered Species Act, e il gufo macchiato della California, in declino.
Il gufo striato è un predatore generalista che si adatta a una vasta gamma di habitat boschivi e si nutre di una varietà di prede, il che può creare problemi per le altre due specie. La competizione per il cibo e lo spazio vitale, unita alla deforestazione, ha contribuito a mettere a rischio la sopravvivenza dei gufi macchiati.
Secondo una dichiarazione di impatto preliminare rilasciata dall’USFWS a novembre 2023, il piano prevede l’utilizzo di armi da fuoco per eliminare oltre 470.000 gufi striati in 30 anni al fine di gestire la situazione. Circa il 90% della popolazione di gufi striati nelle aree designate verrebbe rimossa annualmente.
Lo scopo principale di questa azione è ridurre le popolazioni di gufi striati per favorire la sopravvivenza e il recupero dei gufi macchiati del nord, nonché per prevenire il declino dei gufi macchiati della California a causa della competizione con i gufi striati.
Nonostante le intenzioni dell’USFWS, il piano ha generato una forte opposizione da parte di 75 gruppi di difesa degli animali che hanno firmato una lettera indirizzata alla Segretaria degli Interni Deborah Haaland, chiedendo di scartare il piano ritenuto avventato.
La lettera sottolinea le potenziali conseguenze negative del piano, tra cui il rischio di uccisioni accidentali di altre specie di gufi native, l’interruzione dei comportamenti di nidificazione degli animali e l’avvelenamento della fauna selvatica con piombo disperso.
Tuttavia, non tutti i difensori degli animali concordano con la critica espressa nella lettera. Tom Wheeler, direttore esecutivo del Centro per le Informazioni sulla Protezione Ambientale, ha dichiarato che le conclusioni sono distanti dalla realtà del piano proposto.
Attualmente, la proposta rimane in fase di bozza, con i commenti pubblici chiusi a gennaio. Il destino delle tre specie di gufi rimane incerto, e si dovrà attendere la pubblicazione della proposta completa per avere ulteriori dettagli sulle misure da adottare.
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