La Morgue di Parigi, situata dietro la Cattedrale di Notre-Dame, era un luogo di grande interesse per i flâneurs nel XIX secolo. Questi passeggiatori senza meta erano attratti dalla cultura dello sguardo, che ha dato origine al termine “flânerie” per descrivere l’arte di vagabondare per la città. La Morgue esibiva i cadaveri dei defunti in una salle d’exposition, permettendo ai visitatori di identificare gli anonimi e gli inidentificati. Con l’avvento della Rivoluzione Industriale, molti si trasferivano in città in cerca di lavoro, e coloro che perivano in incidenti venivano esposti in attesa di essere riconosciuti.
La Morgue di Parigi divenne presto una popolare attrazione per i curiosi morbosi, tanto da essere menzionata come “Le Musée de la Mort” nelle guide turistiche britanniche. I cadaveri venivano esposti dietro finestre teatralmente tendate, attirando decine o centinaia di migliaia di visitatori a seconda di chi fosse esposto. Questo aspetto macabro della società parigina del XIX secolo è stato descritto dettagliatamente da How Stuff Works.
Oggi, una sorta di “Morgue di Parigi” moderna si trova nella mostra Body Worlds, che espone cadaveri plastinati visitati da milioni di persone in tutto il mondo. Questa esposizione controversa ha suscitato interesse anche nel mondo del cinema, apparendo persino in un film di James Bond. Come sottolinea Taryn Cain per la Wellcome Collection, la nostra società contemporanea non è così lontana dalla curiosità morbosa che circondava la Morgue di Parigi nel XIX secolo.
All’epoca, i cadaveri esposti erano vestiti solo con strisce di stoffa per coprire le parti intime, mentre i loro abiti erano appesi sopra di loro, offrendo uno sguardo sulla vita del defunto. Come disse il drammaturgo francese Léon Gozlan, visitare la Morgue era un po’ come partecipare a una sfilata di moda post mortem. Mentre il Musée Grevin sfruttava l’attrattiva del macabro con le sue ricreazioni di cera di omicidi recenti, la Morgue di Parigi offriva agli spettatori un’esperienza più cruda, mostrando loro la morte in tutta la sua realtà.
La stampa dell’epoca era attenta ai dettagli macabri delle morti recenti, e la Morgue offriva ai lettori l’opportunità di connettersi con la storia vedendo le vittime da vicino. Una delle mostre più popolari includeva una donna recuperata dal fiume Senna nel 1876, tagliata in due pezzi. Dopo che i corpi si decomposero, furono sostituiti da busti di cera che continuarono ad attirare centinaia di migliaia di visitatori.
Secondo JSTOR, l’attrattiva della Morgue potrebbe non essere stata solo dovuta alla curiosità morbosa, ma anche a un senso di comunità, con i visitatori che provavano empatia per i morti anziché godere dell’orrore. La sala espositiva della Morgue e le ricreazioni di cera potrebbero essere state la risposta parigina del XIX secolo ai documentari sul crimine, come suggerisce la Professoressa Vanessa Schwartz dell’Università della California del Sud nel suo libro “Realtà Spettacolari: Cultura di Massa all’inizio del XX secolo a Parigi”.
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