Dopo l’invasione dei baccelli di piselli alieni, piuttosto amichevoli, è emersa un’altra minaccia proveniente dal mare: un blob acquatico che desta preoccupazione, secondo un recente studio. Questa creatura marina gelatinosa è conosciuta come pirozomi, formata da colonie di individui che di solito prosperano in acque calde.
Le onde di calore oceaniche, sempre più frequenti e intense, hanno favorito una rapida crescita della popolazione di pirozomi dopo una serie di eventi nel nord-est dell’Oceano Pacifico. Milioni di queste creature sono state avvistate lungo la costa occidentale degli Stati Uniti, in luoghi dove non erano mai state viste prima.
Per comprendere appieno gli effetti di queste onde di calore sull’ecosistema marino e individuare le possibili soluzioni, i ricercatori hanno condotto uno studio approfondito. Dylan Gomes, autore principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di valutare le interazioni tra le diverse specie coinvolte, poiché gli effetti delle perturbazioni non sono mai semplici e lineari.
Per analizzare gli impatti sulle reti alimentari marine, i ricercatori hanno utilizzato modelli che stimano il flusso di energia e le relazioni alimentari tra gli organismi presenti nell’ecosistema. In particolare, hanno focalizzato la loro attenzione sulla Corrente della California settentrionale, confrontando l’ecosistema prima e dopo l’insorgenza delle onde di calore.
Attraverso l’applicazione di questi modelli, è emerso che i pirozomi stanno assorbendo una quantità significativa di energia disponibile nell’ecosistema marino. Questo fenomeno non solo è dovuto alla loro elevata presenza e al consumo di plancton, ma anche al fatto che essi stessi non sono preda di molti altri organismi nell’ecosistema.
Joshua Stewart, coautore dello studio, ha evidenziato la preoccupante capacità dei pirozomi di monopolizzare l’energia all’interno del sistema marino. Questo potrebbe avere ripercussioni su altre specie marine, come pesci e mammiferi, posizionati più in alto nella catena alimentare.
Le conseguenze potenziali di questa situazione non si limitano all’ambito biologico, ma potrebbero estendersi anche a quello economico, influenzando le attività di pesca e i programmi di conservazione delle specie in via di estinzione.
Pur rilevando una stabilità attuale dell’ecosistema, i ricercatori sono consapevoli che eventuali cambiamenti futuri, soprattutto se le onde di calore marine persistono, potrebbero richiedere interventi mirati. Pertanto, si auspica che i risultati dello studio possano fornire utili informazioni per affrontare eventuali scenari critici. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
Links: