La prosopometamorfopsia: quando i volti appaiono distorti

Immagini generate al computer delle distorsioni di un volto maschile (in alto) e di un volto femminile (in basso), come percepito dal paziente nello studio.
Solo circa 75 casi di questa condizione sono stati pubblicati. (A. Mello et al.)

Spesso diamo per scontato che il modo in cui vediamo i volti delle altre persone corrisponda a come sono veramente, ma per un piccolo gruppo di persone con un raro disturbo neurologico, le loro percezioni sono distorte.

Il disturbo in questione è noto come prosopometamorfopsia (PMO) e, per la prima volta, i ricercatori sono stati in grado di visualizzare come le persone affette dalla condizione vedono i volti.

La PMO è considerata una condizione particolarmente rara, con soli circa 75 casi documentati. Di conseguenza, non è particolarmente ben compresa. Tuttavia, si sa che coloro che soffrono di questa condizione percepiscono le caratteristiche del viso come distorte, con differenze nella forma, dimensione e posizione delle caratteristiche che possono variare da persona a persona.

Visualizzare esattamente ciò che le persone con PMO vedono può essere difficile, come ha spiegato l’autore principale Antônio Mello. In passato, i pazienti con PMO non erano in grado di valutare accuratamente una visualizzazione delle loro distorsioni poiché la visualizzazione stessa raffigurava un volto, portando i pazienti a percepire distorsioni anche su di esso.

Tuttavia, il team del Dartmouth College ha incontrato un caso unico di un uomo di 58 anni che vedeva i volti come distorti di persona, ma li vedeva normalmente tramite una foto mostrata su schermo o carta. Questo caso ha offerto ai ricercatori l’opportunità di visualizzare accuratamente ciò che stava vedendo.

Per farlo, hanno scattato una foto del volto di una persona e poi, con la persona reale nella stanza, hanno mostrato la foto al paziente su uno schermo del computer e gli hanno chiesto di confrontare le differenze in tempo reale. Questo approccio ha permesso al team di modificare la foto sullo schermo per corrispondere alle distorsioni che il paziente stava percependo sul volto reale.

I ricercatori sperano che le loro scoperte aiutino i clinici a essere più consapevoli della PMO e a ottenere una migliore comprensione di ciò che i loro pazienti stanno vivendo, riducendo così sottodiagnosi o diagnosi errate.

La PMO viene spesso fraintesa come una condizione psichiatrica anziché neurologica. Brad Duchaine, autore principale dello studio, ha sottolineato che molte persone con PMO sono state erroneamente diagnosticate come affette da schizofrenia e trattate con antipsicotici, quando in realtà il problema risiede nel sistema visivo.

Le persone con PMO spesso evitano di parlare del loro problema di percezione dei volti per paura che gli altri pensino che le distorsioni siano sintomo di un disturbo psichiatrico. Duchaine ha evidenziato la mancanza di comprensione diffusa riguardo a questa condizione.

Lo studio dettagliato è stato pubblicato su The Lancet, offrendo un’importante contributo alla conoscenza e alla consapevolezza della prosopometamorfopsia.

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