La prossima volta che ti trovi a guardare la dispensa degli snack 10 minuti dopo aver finito di cena, potrebbe aiutare sapere che un semplice appetito iperattivo potrebbe non essere il colpevole.
Un nuovo studio sui topi ha scoperto un circuito cerebrale guidato da cellule dedicate alla ricerca di cibo gustoso, e gli scienziati suggeriscono che potrebbe esistere anche negli esseri umani.
Il circuito neurale è stato individuato in una regione del tronco cerebrale chiamata grigio periacqueduttale (PAG), una parte evolutivamente antica del cervello che ha mantenuto funzioni simili nei topi e negli esseri umani.
“Anche se i nostri risultati sono stati una sorpresa, ha senso che la ricerca di cibo sia radicata in una parte così antica del cervello, poiché la ricerca di cibo è qualcosa che tutti gli animali devono fare”, ha dichiarato Avishek Adhikari, professore associato di psicologia all’UCLA.
Il PAG è comunemente associato a risposte di panico e paura sia negli esseri umani che nei topi, ma durante lo studio è emerso che stimolare un cluster specifico di cellule nel PAG induceva comportamenti di ricerca e alimentazione nei topi.
Utilizzando la tecnica dell’optogenetica, il team ha iniettato topi con un virus geneticamente modificato che attivava specifiche cellule cerebrali sensibili alla luce, consentendo agli scienziati di attivare selettivamente le cellule modificate con luce attraverso un impianto a fibra ottica.
Quando il cluster di cellule nel PAG è stato stimolato, i topi hanno manifestato un eccessivo desiderio di cibo, mostrando interesse per cibi grassi e ad alto contenuto calorico, e persino sopportando una lieve scossa elettrica per raggiungere un alimento gustoso.
Secondo Adhikari, questo comportamento è più legato al desiderio che alla fame, suggerendo che il circuito non causa la fame ma il desiderio di cibi altamente gratificanti.
Modificando geneticamente le cellule di ricerca del cibo per avere un’attività ridotta sotto l’esposizione alla luce, i topi non hanno mostrato interesse per la ricerca di cibo, anche quando erano affamati.
Il team suggerisce che se l’attivazione del circuito ha lo stesso effetto sugli esseri umani come sui topi, potrebbe giocare un ruolo nella comprensione dei disturbi alimentari.
Sebbene i risultati siano limitati ai topi per ora, la scoperta di cellule simili nel PAG del cervello umano apre la strada a ulteriori ricerche per comprendere meglio il coinvolgimento di questo circuito nei comportamenti alimentari umani.
Quando ti trovi a cercare qualcosa di dolce dopo un pasto abbondante, potrebbe essere proprio il tuo cervello, piuttosto che la tua pancia, a guidare il desiderio.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.
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