I più antichi terremoti mai registrati risalenti a 3,3 miliardi di anni fa scoperti nella cintura di Barberton Greenstone in Africa
Secondo un nuovo studio condotto da scienziati neozelandesi, i terremoti più antichi mai registrati, risalenti a miliardi di anni fa, sono stati riscontrati in antiche formazioni rocciose in Africa. La scoperta arriva dopo che i geologi hanno condotto una nuova mappatura della Barberton Greenstone Belt in Sud Africa, rivelando i primi terremoti conosciuti avvenuti sul pianeta 3,3 miliardi di anni fa. La complessa formazione geologica conferma anche l’esistenza dell’antica tettonica a placche. I terremoti sono conosciuti sia nella storia documentata che in quella antica come parte delle attività sismiche sotto il nostro pianeta, in particolare il movimento delle placche tettoniche. Ci sono casi in cui potenti terremoti causano danni diffusi e vittime. Tuttavia, alcuni scienziati ritengono che questo violento fenomeno geologico e altre attività sismiche ad esso correlate siano una delle condizioni chiave per l’emergere e la sopravvivenza della vita miliardi di anni fa. Nel loro studio pubblicato sulla rivista Geology il 27 febbraio, i ricercatori hanno confermato le tracce di alcuni dei più antichi terremoti mai registrati attraverso frane sottomarine su larga scala nella cintura di Barberton Greenstone, nell’Africa meridionale. La scoperta mostra una forte evidenza del fenomeno della subduzione e dei grandi terremoti durante il periodo geologico Paleoarcheano che va da 3,6 miliardi a 3,2 miliardi di anni fa. Dopo che la Terra si formò 4,5 miliardi di anni fa, si credeva che il pianeta assomigliasse ad una palla informe di roccia fusa.
Durante questi giorni primordiali, le prove mostrano che l’intero pianeta era fuso, il che significa che c’era un mare infinito di magma, molto prima che esistessero gli oceani e le masse terrestri. In questo contesto, la scoperta dei primi terremoti conferma la transizione preistorica della Terra in un pianeta solido e abitabile avvenuta 3,3 miliardi di anni fa. Il gruppo di ricerca neozelandese è arrivato alla conclusione conducendo una nuova mappatura della Barberton Greenstone Belt . Dalle loro indagini è emerso che la parte centrale della struttura rocciosa è una “pseudo-stratigrafia” composta da blocchi di frana silicoclastici e vulcanici di acque basse e profonde. Poiché la scoperta è simile ad antiche e recenti frane sottomarine avvenute in Nuova Zelanda, i terremoti erano stati collegati a tremori durante il Paleoarcheano. I ricercatori spiegano che le formazioni geologiche nella regione sudafricana erano precedentemente difficili da decifrare, nonostante i molti tentativi di comprenderle. Tuttavia, la nuova ricerca è paragonabile alle rocce giovani sul fondo marino dell’Oceano Pacifico al largo delle coste della Nuova Zelanda. La scoperta ha anche aperto la strada a una nuova prospettiva di come appariva la Terra quando era ancora giovane, secondo quanto riferito all’inizio di questa settimana. Lo studio del febbraio 2024 evidenzia non solo le nuove conoscenze sugli antichi terremoti, ma anche il loro potenziale ruolo nella proliferazione della vita sulla Terra. Per dimostrare il significato dei terremoti o almeno delle attività geologiche per la comparsa di organismi viventi, sono necessarie ulteriori ricerche che potrebbero includere una combinazione di biologia e geologia per colmare una lacuna nel mistero dell’origine della vita.