Lo studio pubblicato su arXiv e su Universe Today.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Victoria, in Canada, ha mostrato quali sarebbero le conseguenze climatiche per la Terra se lo strato di ozono presente nell’atmosfera del pianeta scomparisse. La sua conservazione è vitale, poiché il gas blocca il passaggio delle radiazioni ultraviolette del sole dannose. Dalla fine degli anni ’80 l’umanità ha lottato per recuperare l’impatto causato all’ozono presente nella stratosfera, lo strato dell’atmosfera che si trova a circa 10 chilometri dal suolo. Fino ad allora, l’uso di determinate sostanze, in particolare i clorofluorocarburi (CFC), ha influito in maniera significativa su questa barriera naturale del pianeta e, da quel momento, l’ozono ha ricominciato a rigenerarsi con relativo successo. Sebbene la scienza rivolga sempre lo sguardo all’ozono, tenendo presente la sua funzione protettiva nei confronti dei raggi UV, gli studi tendono a non considerare il ruolo di questo strato nella dinamica climatica del pianeta. Per colmare questo vuoto, i ricercatori Russell Deitrick e Colin Goldblatt hanno scritto un nuovo articolo — non ancora pubblicato su riviste scientifiche, ma già disponibile su arXiv e su Universe Today — su questo tema.
Attraverso simulazioni al computer, gli scienziati hanno scoperto che la presenza di ozono fa sì che la superficie terrestre sia di circa 3,5 °C più calda di quanto sarebbe senza il gas e un’improvvisa riduzione come questa sarebbe catastrofica per il clima del pianeta. L’assenza di ozono, inoltre, farebbe sì che l’atmosfera trattenga meno calore e umidità, destabilizzando la formazione di nuvole e le precipitazioni in tutto il mondo. Oltre a influenzare le precipitazioni, la mancanza di ozono produrrebbe anche un diverso spostamento delle masse d’aria. In prossimità dell’Equatore si formerebbero correnti più forti, mentre ai poli del pianeta diventerebbero più deboli. Secondo gli scienziati, ciò implicherebbe cambiamenti nei modelli meteorologici stagionali a tutte le latitudini. Mentre vengono alla luce altre sostanze ”nemiche” dell’ozono stratosferico, lo studio rafforza il fatto che le campagne per proteggerne lo strato, che dura ormai da quasi mezzo secolo, deve continuare a pieno regime.