Oceani di acqua ricchi di magnesio caratterizzano i due pianeti del Sistema Solare.
Indicati come ”giganti di ghiaccio” Urano e Nettuno rappresentano i due corpi celesti meno conosciuti del nostro Sistema Solare. Raggiunti dalla missione Voyager 2 negli anni Settanta, da allora i due pianeti sono rimasti pressoché al margine della ricerca spaziale. Una delle caratteristiche di Urano e Nettuno che più intriga gli esperti è la composizione interna. Un team di esperti dell’Arizona State University ha pubblicato su Nature Astronomy ha pubblicato una nuova ricerca che ha simulato le condizioni interne dei due pianeti in laboratorio. Partendo dal presupposto che i due pianeti si costituiscano di strati separati e distinti con un’atmosfera ghiacciata, un mantello roccioso e un nucleo metallico, gli studiosi hanno analizzato la possibile reazione prodotta dall’acqua in contatto con le rocce presenti in profondità. ”In questo modo – spiega Taehyun Kim, ricercatore a capo dello studio – abbiamo accresciuto la nostra conoscenza degli strati interni di Urano e Nettuno determinando le possibili interazioni che avvengono tra l’acqua e la roccia in condizioni estreme. A differenza dei pianeti terrestri i due giganti di ghiaccio del Sistema Solare hanno strati d’acqua molto profondi“.
Per ricreare le condizioni degli strati d’acqua profonda dei due pianeti, gli esperti hanno prima immerso in acqua i tipici minerali che compongono le rocce, ovvero l’olivina e la ferropericlasi, e poi hanno compresso i campioni in un’incudine di diamante, per ricreare la pressione di Urano e Nettuno. Successivamente gli esperti hanno effettuato misurazioni a raggi X per analizzare la reazione avvenute tra i minerali e l’acqua, mentre con un laser aumentava la temperatura dei campioni. Il processo ha portato alla produzione di notevoli quantità di magnesio nell’acqua. Sulla base di questi risultati, gli studiosi hanno concluso come gli oceani sui corpi celesti ricchi di acqua potrebbero non avere le stesse caratteristiche chimiche dell’oceano presente sulla Terra con l’alta pressione che renderebbe le acque ricche di magnesio. Si tratta di una caratteristica che può spiegare le basse temperature di Urano, se paragonate a Nettuno. La concentrazione di magnesio in acqua su Urano, in pratica, impedirebbe al calore di fuoriuscire dagli strati interni verso l’atmosfera, fungendo da ”coperta termica”.
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