Un team di scienziati intende creare un ibrido di un mammut estinto da 4.000 anni
Il passo in questione sarebbe, secondo l’azienda, la scoperta di come riprogrammare gli elefanti con cellule simili alle cellule staminali in grado di differenziare i tre strati germinali che danno origine a tutti i tipi di cellule del corpo. Il mammut lanoso ( Mammuthus primigenius ) era un mammifero estremamente tollerante al freddo il cui ritorno in natura potrebbe svolgere un importante ruolo nell’habitat nell’Artico. Affinché la specie possa ritornare alla ribalta, è essenziale identificare i geni che definiscono il suo fenotipo principale: in questo caso, zanne ricurve, cranio a forma di cupola e tolleranza al freddo.
Il prossimo passo per i mammut
Per il ritorno dei mammut è necessario studiare i geni dei loro parenti più stretti, che sono, in questo caso, gli elefanti asiatici, geneticamente identici al 99,6%. Da quel momento in poi uno degli obiettivi di Colossal Biosciences fu quello di generare cellule staminali pluripotenti, dalle quali sarebbe possibile generare sinteticamente le cellule necessarie. Sebbene ciò sia già stato fatto per diverse specie, i mammut, per qualche motivo, continuano ad avere difficoltà a generare queste cellule staminali embrionali. La strada per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, è già stata indicata dalla ricerca della società, secondo quanto ha dichiarato il suo genetista e rappresentante George Church al sito web IFLScience.
Il ritorno dei mammut avrà un effetto positivo sull’ecosistema artico, che potrebbe essere stato danneggiato da noi stessi 10.000 anni fa, quando contribuimmo ad estinguere quasi tutti i grandi erbivori della regione. Nell’Artico, ciò ha comportato una transizione dalle erbe agli alberi. Gli alberi effettuano meno fotosintesi dell’erba e trattengono più calore, essendo una sorta di “ombrello naturale”, immagazzinando anche la neve in inverno, che isola il terreno e impedisce che geli rapidamente. Con un minore sequestro di carbonio e un maggiore calore, il carbonio potrebbe finire per essere rilasciato sotto forma di metano, che è circa 80 volte peggiore per l’atmosfera rispetto al biossido di carbonio. Il ritorno dei mammut in natura aiuterebbe nel controllo di questo processo, poiché gli elefanti sono portati abbattere gli alberi. Il percorso per raggiungerli si trova negli elefanti asiatici, ed è stato descritto dagli scienziati di Colossal Bioscience in un articolo (non ancora sottoposto a revisione paritaria) pubblicato nel repository scientifico bioRxiv.