Uno strano tipo di cristallo potrebbe mantenere calde le nane bianche per un periodo molto più a prolungato rispetto a quanto immaginato in precedenza. La scoperta, pubblicata su Nature, rivela un processo fisico precedentemente sconosciuto che potrebbe spiegare le alte temperature delle nane bianche molto antiche. Le nane bianche sono i resti di stelle di piccola massa, come quelle rosse e gialle, che hanno terminato i loro cicli di fusione nucleare. Anche il nostro Sole finirà per diventare una nana bianca circondata da una nebulosa planetaria. Secondo i modelli teorici attualmente accettati, le nane bianche sono oggetti caldi che si raffreddano nel tempo. Tuttavia, il telescopio Gaia ha rilevato una popolazione di nane bianche che mantengono la stessa temperatura per un periodo di almeno 8 miliardi di anni. Il nuovo studio, condotto dal dottor Antoine Bédard dell’Università di Warwick e dal dottor Simon Blouin dell’Università di Victoria, ha rivelato come i cristalli particolari aiutano questi oggetti a rimanere caldi senza provocare alcuna fusione nucleare.
Nel modello standard, che dovrebbe essere vero nella maggior parte dei casi, le nane bianche cristallizzano dall’interno verso l’esterno mentre il plasma nei loro nuclei si raffredda. Tuttavia, lo studio mostra che in questo processo possono formarsi cristalli a bassa densità. Poiché sono meno densi del materiale liquido presente negli strati esterni delle nane bianche, questi cristalli galleggiano verso l’alto, mentre il liquido più pesante affonda. Questo processo rilascia abbastanza energia gravitazionale da fermare il processo di raffreddamento per miliardi di anni. Oltre a rivelare nuove dinamiche nell’universo, la scoperta implica che le nane bianche potrebbero essere qualcosa di più che semplici resti di stelle morte. Ciò significa anche che per determinare l’età di questi oggetti, analizzarne le temperature potrebbe non essere sufficiente.
Fonte:
https://warwick.ac.uk/newsandevents/pressreleases/?newsItem=8a1785d78e12f1f9018e149407a20ca8