TOI-1347 b: il pianeta in cui un anno dura 20 giorni. Ha nuvole di sabbia

At 11 light-years distance, Gliese 887 is one of the closest stars to the Sun. A red dwarf, it is dimmer than the Sun and about half its size, which means its habitable zone is much closer in. Astronomers have found two so-called super-Earths orbiting the star, dubbing them Gliese 887 b and c. The star itself is unusually quiescent for a red dwarf, with very little magnetic activity amd few star spots.

Un pianeta con condizioni estreme scoperto dal telescopio TESS.

Un altro pianeta con un periodo di rivoluzione incredibilmente breve è stato scoperto nei dati del telescopio TESS della NASA. Chiamato TOI-1347 b, questo corpo celeste impiega solo 20 ore e 24 minuti per completare una rivoluzione intorno alla sua stella. Ma le sorprese non finiscono qui: sembra che sia il pianeta più grande della sua classe, e potrebbe essere dotato di un’atmosfera insolita. Secondo gli autori dello studio, TOI-1347 b ha un’età di almeno un miliardo di anni e orbita attorno a una stella leggermente meno massiccia e più piccola del Sole. È accompagnato da TOI-1347 c, ed entrambi hanno orbite molto vicine a la stella. Pertanto, TOI-1347 b fa parte del gruppo dei pianeti a periodo ultracorto (o USP, per l’acronimo in inglese).

I pianeti di questo tipo tendono ad essere densi e rocciosi e, se quando hanno un’atmosfera, si compone di quantità elevate di materiale primordiale del sistema planetario a cui appartiene. In questo caso TOI-1347 b sembra avere un raggio equivalente a 1,8 volte quello della Terra, ma è 11 volte più massiccio del nostro pianeta. Ciò lo rende l’USP più massiccio tra tutti quelli con raggio inferiore a 2 terrestri. Le osservazioni suggeriscono che TOI-1347 b ha un’atmosfera sufficientemente densa da bloccare la luce visibile. L’oggetto sembra essere fatto di idrogeno ed elio, come i giganti gassosi. Pertanto, gli autori dello studio ritengono che TOI-1347 b possa avere nuvole di sabbia, forse simili a quelle rilevate su Wasp-107b con le osservazioni del James Webb Telescope. Un’altra possibilità è che la sua superficie si sciolga e rilasci gas, che potrebbero accumularsi nell’atmosfera. In ogni caso saranno necessarie ulteriori osservazioni per determinarne con precisione le caratteristiche. L’articolo che descrive i risultati è stato accettato su The Astronomical Journal ed è possibile accedervi nel repository arXiv.