L’effetto serra all’origine del restringimento della mesosfera, il terzo dei cinque strati che compongono la nostra atmosfera.
Secondo gli ultimi studi, lo strato della mesosfera, il terzo stato dell’atmosfera che scherma il nostro pianeta dalle radiazioni UV, si sta raffreddando diminuendo le dimensioni; tutto ciò a causa dei mutamenti climatici. A rivelarlo è una ricerca realizzata attraverso i dati forniti dai satelliti dell’agenzia spaziale americana. Confrontando le immagini scattate da tre satelliti della Nasa, gli scienziati hanno realizzato una registrazione a lungo termine, così da analizzare le mutazioni dello strato atmosferico collocato tra i 50 e gli 80 chilometri dalla superficie. In quell’area, occupata dalla mesosfera, si registra un notevole calo delle temperature ed una contrazione dello strato di gas per effetto delle emissioni serra.
Il fenomeno, già anticipato dagli esperti negli anni scorsi, verrà osservato nel corso del tempo per osservarne le mutazioni. ‘‘Saranno necessari decenni per comprendere quello che sta accadendo a causa delle emissioni di gas serra, dei cambiamenti del ciclo solare – ha dichiarato Scott Bailey, scienziato del Virginia Tech di Blacksburg e autore principale della ricerca. Grazie all’analisi dei dati di tre satelliti, gli studiosi hanno ricostruito circa 30 anni di osservazioni. Il risultato è che la mesosfera estiva sui poli della Terra sta attraversando una fase di raffreddamento da quattro a cinque gradi Fahrenheit e una contrazione da 150 a 180 metri ogni dieci anni. Naturalmente si tratta di un processo che potrebbe aggravarsi nel corso dei prossimi anni, se l’uomo non riuscirà a frenare le emissioni di gas serra. Nella parte inferiore dell’atmosfera, si trovano delle molecole in grado di intrappolare il calore della superficie terrestre come farebbe una trapunta. Ciò provoca un assottigliamento della mesosfera, lo strato più alta e sottile. Con la contrazione della mesosfera, anche la parte restante dell’atmosfera superiore sprofonda; tutto ciò potrebbe provocare una minore resistenza dei satelliti, interferenze con i satelliti operativi, e l’abbassamento della quota della cosiddetta spazzatura spaziale.