Corpi celesti ”ibridi”, con dimensioni e massa inferiori alle stelle, ma superiori alle stelle.
Una delle definizioni che viene date alle ”nane brune” è quella di oggetti ”ibridi”, una sorta di via di mezzo tra le stelle ed i pianeti. Ma come possono oggetti così differenti, per dimensioni e caratteristiche fisiche, avere un parente in comune? Per comprendere la natura delle nane brune bisogna fare un passo indietro e risalire al processo di formazione dei corpi celesti. Una nube di gas si aggrega producendo una temperatura così elevata da fondere l’idrogeno in elio attraverso un processo che rilascia un’enorme quantità di energia che consente alla stella di brillare di luce propria.
Ciò che rimane di questa polvere si aggrega componendo quelli che saranno i futuri pianeti; in questo caso il processo non dà il via a fusioni di particelle né al rilascio di energia, come accade per le stelle. Ma la differenza tra stelle e pianeti non è così netta. Tra i due estremi abbiamo, appunto, le nane brune, oggetti con una massa compresa tra le 15 alle 75 volte quella di Giove. Come accade con i pianeti, anche in questo caso non abbiamo la fusione dell’idrogeno come una stella normale; motivo per il quale vengono definite “stelle mancate”. Nelle prime fasi della loro esistenza, gran parte delle nane brune generano ridotte quantità di energia attraverso la fusione del litio e del deuterio, elementi più semplici da fondere rispetto all’idrogeno-1. Poi il processo si arresta e il corpo celeste comincia a raffreddarsi emettendo sempre meno luminosità. Età e massa rappresentano le variabili fondamentali per la temperature delle nane brune, le cui caratteristiche possono variare molto. La ridotta luminosità ne rende difficile l’osservazione, perciò non si esclude che oggetti di questo tipo possano essere molto più numerosi di quanto potessimo immaginarci.
Fonte:
https://starchild.gsfc.nasa.gov/docs/StarChild/questions/question62.html