I resti della VI Legione Romana, risalenti a 1.800 anni fa, sono stati rinvenuti dall’Autorità Israeliana per le Antichità ai piedi di Megiddo, il sito associato alla battaglia biblica per la fine dell’umanità.
Gli archeologi dell’Autorità israeliana per le antichità (AAI) hanno scoperto le rovine dell’accampamento della VI Legione di Ferro, la famosa unità romana che partecipò a molti eventi storici dell’impero. Creata nel 52 a.C. da Gaio Giulio Cesare, la legione aveva sede in Giudea circa 1.800 anni fa, ai piedi del colle di Megiddo, noto per la sua importanza storica, geografica e teologica, sotto il nome greco di Armageddon, luogo associato alla battaglia biblica apocalittica di la fine dell’umanità. Secondo l’Armstrong Institute of Biblical Archaeology, è l’unica base militare romana di queste dimensioni ad avere un’intera città di legionari. L’unità fu trasferita per un dispiegamento permanente in Giudea all’inizio del II secolo d.C. per reprimere la rivolta degli ebrei contro l’occupazione romana. Successivamente vi rimase per quasi due secoli, assicurando a Roma il controllo sull’intera regione. Per molto tempo non si seppe dove fosse esattamente la base della legione, anche se la maggior parte degli storici presumeva che dovesse trovarsi nella parte occidentale della valle di Jezreel, nella zona della collina di Megiddo, situata vicino al Kibbutz di Megiddo, un 80 km a nord di Gerusalemme. Gli scavi hanno rivelato “estesi e imponenti resti architettonici della strada principale di Pretoria, nonché un podio semicircolare e aree pavimentate in pietra che facevano parte di un grande e monumentale edificio pubblico“, secondo la dichiarazione dell’AAI citata dall’Armstrong Institute.
All’interno dell’accampamento sono state rinvenute monete, resti di armi, ceramiche, vetri e tante, tantissime tegole. “Alcune tegole portavano i sigilli della VI Legione, venivano utilizzate per vari scopi: copertura di edifici, pavimentazione di pavimenti e rivestimento di muri. La tecnologia e la conoscenza, le tecniche di costruzione e le armi che la legione portò con sé dal suo paese d’origine sono esclusivo dell’esercito romano e riflette la specifica impronta militare imperiale romana“, si legge nella nota. La base militare ospitò più di 5.000 soldati della Legio VI Ferrata, conosciuta come Sesta Legione Corazzata, per più di 180 anni, dal 117-120 al 300 d.C. circa. “Al centro del campo, lungo 550 metri e largo 350, si intersecano due strade principali e qui è stato costruito il loro quartier generale“, ha spiegato il direttore degli scavi, Yotam Tepper. L’archeologo ha sottolineato che si sta discutendo dell’ampliamento del Parco Nazionale di Megido, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, per includere sezioni della base dei legionari romani.
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