Una giovane stella è stata scoperta nella Via Lattea dagli astronomi dell’Osservatorio navale degli Stati Uniti. È circondato da un disco di gas e polvere e, se visto di lato – con un tocco di immaginazione – il suo aspetto ricorda quello di un panino. Così, la coautrice uruguaiana Ana Mosquera ha suggerito il soprannome Chivito de Dracula, il nome di un piatto tipico uruguaiano.
Qual è la stella più luminosa nel cielo notturno?
Tuttavia, questo non è l’unico motivo dietro il soprannome. Situata a circa 900 anni luce dalla Terra, la stella ci appare in una prospettiva che mostra il disco di gas e polveri attraversato da un raggio di luce, come se fosse il ripieno di un panino. Pertanto, l’oggetto fornisce una visione privilegiata del processo di formazione stellare. Secondo gli autori si tratta di una stella calda, con una temperatura di circa 7.727 ºC. Il suo disco misura circa 1.650 unità astronomiche, cioè si estende 1.650 volte la distanza tra la Terra e il Sole. Per quanto riguarda il “ripieno”, il Chivito di Dracula ha due filamenti che fuoriescono da quello che sarebbe il “pane”, seguendo l’analogia del sandwich. Per i ricercatori, i filamenti assomigliano a zanne: da qui deriva il nome, che lo collega a Dracula, un personaggio dell’omonimo romanzo horror scritto da Bram Stoker.
Utilizzando modelli di formazione stellare, gli autori hanno concluso che i filamenti suggeriscono che l’involucro attorno alla stella si sta dissipando. Questa massa di materiale in via di estinzione potrebbe aiutare gli autori a capire in quale fase si trova il processo di evoluzione stellare. Le stelle appena formate spesso rilasciano forti venti e getti, che respingono la materia in eccesso attorno a loro. Pertanto, la presenza del sottile involucro indica che la stella è piuttosto giovane. “Gli ammassi più densi collassano sotto la gravità finché non inizia la fusione [nucleare]”, ha affermato il dottor Ciprian Berghea, autore principale dello studio.
“Se la busta è molto debole, si vedono solo i ‘bordi’ più luminosi della busta, le ‘zanne‘”, ha osservato. Saranno necessarie nuove osservazioni affinché il team possa ottenere maggiori dettagli dalla busta. Hanno quindi intenzione di studiare nuovamente la stella con il telescopio Hubble, o magari con il James Webb. L’articolo con i risultati è stato inviato a The Astrophysical Journal Letters ed è anche possibile accedervi nel su arXiv.