Questa rapida rotazione si traduce in un momento angolare che raggiunge circa il 90% di quello che è possibile per un buco nero della sua massa.
Un nuovo studio ha rivelato che il buco nero supermassiccio nel cuore della nostra Via Lattea, noto come Sagittarius A* (Sgr A*), ruota a una velocità così immensa da distorcere il tessuto stesso dello spaziotempo. Questo fenomeno fa sì che lo spazio circostante assuma una forma oblunga, simile a un pallone da calcio, secondo gli ultimi risultati pubblicati nel Monthly Notice della Royal Astronomical Society. La ricerca, guidata da Ruth Daly della Penn State University e dal suo team, ha utilizzato il potente osservatorio a raggi X Chandra e il Karl G. Jansky Very Large Array (VLA) per misurare lo spin di Sgr A*. Analizzando il flusso di materiale in avvicinamento e in allontanamento dal buco nero, hanno determinato che Sgr A* ruota con una velocità angolare attorno al 60% del suo massimo teorico. Questa rapida rotazione si traduce in un momento angolare che raggiunge circa il 90% di quello che è possibile per un buco nero della sua massa. I buchi neri sono caratterizzati principalmente da due proprietà: massa e spin. Quest’ultimo è particolarmente significativo, poiché influenza il modo in cui i buchi neri interagiscono con il loro ambiente. Precedenti tentativi di valutare la rotazione di Sgr A* hanno prodotto risultati variabili, che vanno da nessuna rotazione a una rotazione quasi massima. Tuttavia, questo nuovo studio fornisce prove convincenti del fatto che Sgr A* ruota effettivamente rapidamente, schiacciando lo spaziotempo circostante in una forma appiattita. La visualizzazione che accompagna lo studio raffigura Sgr A* circondato da un disco di gas vorticoso, rappresentato in giallo-arancio.
Questo gas viene trascinato inesorabilmente verso l’orizzonte degli eventi – il punto di non ritorno del buco nero – e oltre esso, nella regione dello spaziotempo distorto. Le macchie blu illustrano i getti che escono dai poli del buco nero, un fenomeno associato alla rotazione dei buchi neri supermassicci. Nonostante la rotazione significativa, Sgr A* è rimasta relativamente dormiente negli ultimi millenni, producendo solo getti deboli a causa della scarsità di materia nelle vicinanze. Tuttavia, i ricercatori suggeriscono che un aumento del materiale circostante potrebbe portare ad un’attività più drammatica. Per accertare lo spin di Sgr A*, il team ha utilizzato il “metodo del deflusso”, che correla lo spin del buco nero con la sua massa, le caratteristiche della materia vicina e le proprietà dei deflussi. Questa tecnica combina i dati delle onde radio, indicativi dei deflussi collimati, con le emissioni di raggi X provenienti dal disco di gas, fornendo una visione completa del comportamento del buco nero.