Alcuni ricercatori hanno scoperto quattro enormi montagne sottomarine nell’Oceano Atlantico, una delle quali misura 2.681 metri di altezza, quasi tre volte più grande del Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. L’identificazione è stata effettuata (anche) dalla nave da ricerca Falkor il mese scorso, mentre era diretta da Golfito, in Costa Rica, a Valparaíso, in Cile. La scoperta è stata realizzata da una nave, appartenente allo Schmidt Ocean Institute, che si è scontrata con una montagna di 1.600 metri (due volte il Burj Khalifa) sul fondo delle acque internazionali vicino al Guatemala. Le quattro montagne più recenti misurano tra 1.591 metri e 2.681 metri. La posizione degli enormi picchi sottomarini è stata rivelata misurando le anomalie gravitazionali attraverso il mare. Le strutture geologiche delle profondità marine hanno un piccolo effetto sulla superficie del mare: una fossa profonda provoca una leggera depressione nelle acque, mentre una grande collina finisce per creare una “bolla” convessa sulla superficie. Generalmente, le montagne sottomarine hanno scogliere molto ripide e sono i resti di vulcani spenti, il che le rende ottimi rifugi per la biodiversità, fornendo superficie, cibo e sostanze nutritive. Scoprirne uno consente di sapere molto sulla vita sulla Terra ed è uno degli aspetti che spinge il team dello Schmidt Ocean Institute a cercarli e studiarli.
Le montagne sottomarine possono essere enormi: in termini tecnici, la montagna più alta del pianeta è Mauna Kea, alle Hawaii, un vulcano sottomarino dormiente che misura 10.210 metri di altezza, rispetto ai “soli” 8.849 dell’Everest. Dal 2012, lo Schmidt Ocean Institute ha mappato 1,44 milioni di km² di fondali marini, quasi il 25% della sua intera lunghezza con una risoluzione di 100 metri di profondità. Il team spera di mappare l’intero fondale oceanico entro la fine del decennio, per un totale di 360 milioni di km². Secondo gli esperti, l’importanza di una mappatura completa dei fondali oceanici è molto importante, poiché ci aiuta a proteggere meglio il pianeta e a gestire le sue risorse in modo sostenibile. L’oceano è “l’ultima frontiera” della scienza e, essendone circa il 75% ancora da scoprire, c’è ancora molto da imparare dall’immensità delle acque.
Fonte: https://schmidtocean.org/four-new-seamounts-discovered-in-the-high-seas/