Una ricerca condotta dagli scienziati dell’Università di York ha scoperto che un enorme tsunami alto fino a 20 metri ha lasciato gran parte dell’Europa settentrionale sott’acqua e potrebbe aver decimato le popolazioni dell’età della pietra in Inghilterra e nelle Isole Shetland. Avvenuto circa 8.000 anni fa (periodo mesolitico), a causa di una frana sotterranea, l’evento è nota come la frana di Storegga; un evento catastrofico che si verificò vicino alla Norvegia e che raggiunse la costa orientale del Regno Unito. L’evento è suffragato dall’archeologia che aveva già registrato, in passato, un notevole calo della popolazione, nel periodo analizzato.
Nonostante la popolazione dell’Inghilterra settentrionale nell’età della pietra contava solo circa 1.000 persone, lo tsunami ebbe un grave impatto sui già pochi abitanti delle isole britanniche. Le comunità costiere sono state colpite durante l’autunno, quando le risorse venivano raccolte in preparazione all’inverno. Uno dei problemi sarebbe stata la mancanza di preparazione: popolazioni come quelle del nord del Pacifico, ad esempio, avevano esperienza con gli tsunami, sapevano come ricorrere a luoghi elevati e altre tattiche per evitare tragedie più grandi, mentre gli antichi europei sono stati colti completamente di sorpresa. Lo tsunami ha spostato tra 2.400 km³ e 3.200 km³ di sedimenti dalla costa occidentale della Norvegia, raggiungendo il nord dell’Inghilterra sotto forma di onde alte dai 3 ai 6 metri, generando, attraverso una reazione a catena, altre onde di 20 metri. Con le simulazioni, gli scienziati hanno notato che, oltre alla mortalità diretta dovuta alle onde, impatti più indiretti avrebbero colpito le popolazioni, come l’eliminazione delle scorte di cibo come animali e piante. Gli impatti causati dallo tsunami hanno contribuito a ridurre la popolazione britannica in quel momento.
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