La spirale della morte dei polpi: la scoperta di un processo misterioso

Octopus bimaculoides
I’M NOT CRYING I SWEAR. (Tom Kleindinst, Marine Biological Laboratory)

È difficile non amare gli polpi – sono strani, estremamente intelligenti e combinano un sacco di scherzi. Ciò rende ancora più tragico ciò che accade loro; dopo che le femmine di alcune specie di polpo depongono le uova, smettono di mangiare, appassendo lentamente fino alla morte. Il trigger di questo processo, noto come spirale della morte, ha da tempo confuso i ricercatori, ma sembra che ora la risposta sia stata scoperta.

Gli scienziati negli anni ’70 avevano collegato la spirale della morte alla ghiandola ottica del polpo, dopo che la sua rimozione chirurgica aveva portato i polpi a continuare a vivere anche dopo aver deposto le uova. Il dottor Jerome Wodinsky, che ha condotto la ricerca, ha detto al Washington Post all’epoca di credere che il processo fosse controllato da un ormone secreto dalla ghiandola ottica.

Andando avanti fino al 2022, si scopre che Wodinsky aveva almeno parzialmente ragione. I ricercatori dell’Università di Chicago hanno analizzato le sostanze chimiche secrete dalla ghiandola ottica materna del polpo, concentrandosi sul colesterolo e sugli ormoni steroidei. Studi precedenti del team avevano suggerito che queste molecole potessero svolgere un ruolo.

I ricercatori hanno scoperto che la ghiandola ottica nei polpi madri subisce un significativo cambiamento nel metabolismo del colesterolo, portando a cambiamenti altrettanto drastici nella produzione di ormoni steroidei. Ciò avviene attraverso tre diverse vie, tutte coinvolgono in qualche modo il colesterolo e sembrano portare al comportamento della spirale della morte.

“Ciò che colpisce è che attraversano questa progressione di cambiamenti in cui sembrano impazzire poco prima di morire”, ha detto l’autore dello studio Clifton Ragsdale in una dichiarazione. “Forse sono due processi, forse sono tre o quattro. Ora abbiamo almeno tre vie apparentemente indipendenti per gli ormoni steroidei che potrebbero spiegare la molteplicità di effetti che questi animali mostrano”.

Una di queste vie porta ad un aumento dei livelli di 7-deidrocolesterolo (7-DHC), una molecola precursore del colesterolo. Negli esseri umani, una mutazione nell’enzima coinvolto in questa conversione porta ad un disturbo genetico che può comportare autolesionismo ripetitivo. Ciò rende questa scoperta particolarmente pertinente, poiché alcuni polpi mostrano comportamenti di autolesionismo durante la loro spirale della morte.

Sebbene lo studio fornisca una tanto attesa comprensione di come sia controllata la spirale della morte, rimane il fatto che questo tragico processo non avviene in tutte le specie di polpo. L’autore principale dello studio, Z. Yan Wang, sta ora esaminando la ghiandola ottica di una specie del Pacifico minore, il polpo striato del Pacifico, per scoprire perché non si autodistrugge dopo la riproduzione.

“La ghiandola ottica esiste in tutti gli altri cefalopodi a corpo molle, e hanno strategie riproduttive così divergenti”, ha detto Wang. “È una ghiandola così piccola e sottovalutata, e penso che sarà eccitante esplorare come contribuisca a una così grande diversità di traiettorie di storia della vita nei cefalopodi”.

Lo studio è stato pubblicato su Current Biology.