Zealandia, dopo essersi separata dal supercontinente Gondwana 60 milioni di anni fa, come ben sappiamo è quasi del tutto sommerso sott’acqua e non è stato neanche formalmente riconosciuto come continente fino al 2017. Ma adesso, pare stia vivendo una sorta di rinascita, in termini di ricerca, diventando il primo continente ad essere completamente mappato e rivelando nuovi segreti antichi.
Tutti i continenti della Terra hanno piattaforme subacquee difficili da esplorare, ciò significa che le mappe geologiche sulla superficie del pianeta sono un po’ carenti. Con il 95% della Zealandia sommersa, ci vuole praticamente la bacchetta magica. Fortunatamente, malgrado questo, i ricercatori non si sono affatto scoraggiati. Sulla base di un documento pubblicato nel 2019, un team internazionale di scienziati ha completato con successo la mappatura del continente di 5 milioni di chilometri quadrati.
IFLScience ha riportato le dichiarazioni rilasciate dal team di ricerca in un documento che descrive la mappatura e i risultati: “Crediamo che Zealandia sia il primo dei continenti della Terra ad avere il suo basamento, i bacini sedimentari e le rocce vulcaniche completamente mappati al confine continente-oceano“.
Precedenti ricerche hanno constatato che la crosta della Zealandia è più sottile della crosta della maggior parte degli altri continenti, ma non è chiaro cosa abbia causato il processo di assottigliamento. Utilizzando indagini magnetiche, il nuovo studio ha scoperto una potenziale causa esplosiva: rocce laviche basaltiche indicavano che c’era una gigantesca regione vulcanica.
Si pensa che questa regione si sia attivata tra i 100 e i 60 milioni di anni fa, proprio nel periodo in cui la Zealandia si separò dal Gondwana. L’autore principale della ricerca, Nick Mortimer, ha così spiegato: “Per questo periodo di almeno 40 milioni di anni, il magma fuso è fuoriuscito da crepe e fessure mentre il continente si allungava e si assottigliava come l’impasto della pizza”.
La co-autrice Wanda Stratford ha poi aggiunto: “Fino ad ora, il ruolo del magma nella disgregazione del Gondwana è stato sottovalutato. Ora possiamo vedere queste lave coprire un’area di 250.000 km2 in tutto il continente, circa le dimensioni della Nuova Zelanda stessa“.
Grazie alla datazione e all’analisi chimica, la mappa completa ha anche scoperto un quadro dettagliato di un’ulteriore parte fondamentale della storia di Zealandia: la sua spina dorsale di granito lunga 4000 chilometri. Soprannominata Batolite mediana, si pensa che la cintura transcontinentale di granito abbia un’età compresa tra 250 e 100 milioni di anni.
In vista del futuro di Zealandia, Mortimer ha aggiunto: “Mentre il continente è il primo ad essere completamente mappato fino ai suoi confini sottomarini, rimangono molte esplorazioni e scoperte. Non solo dove, ma quando, come e perché si sono verificati i principali eventi geologici che hanno plasmato il nostro continente”.