Un team di archeologi ha scoperto un dodecaedro romano in Inghilterra, il secondo, ma questa volta incredibilmente ben conservato, nonostante sia rimasto sepolto per 1.700 anni. Trovato nel villaggio di Norton Disney, nel Lincolnshire, l’oggetto a 12 facce è ancora piuttosto misterioso per l’archeologia. È stato portato alla luce da un volontario dell’organizzazione amatoriale inglese. Il ritrovamento è stato effettuato in un campo tramite metal detector, un luogo dove erano già state rinvenute spille e monete risalenti all’epoca dell’occupazione romana in Gran Bretagna. Il manufatto ha all’incirca le dimensioni di un’arancia ed è realizzato in lega di rame, con i 12 lati con tagli circolari e ciascun bordo con piccole sporgenze a forma di bottone. Con esso, il numero di dodecaedri nella Britannia romana sale a 33, mentre 130 sono già stati visti nelle province nordoccidentali dell’Impero Romano, le attuali Spagna e Francia. L’aspetto più sorprendente del dodecaedro trovato alla Norton Disney è la sua condizione completa e integra. Secondo Richard Parker, segretario del gruppo di storia e archeologia di Norton Disney, si tratta di un pezzo estremamente ben realizzato. È anche più grande di altri artefatti del suo genere, alcuni delle dimensioni di una pallina da golf.
Quelli più antichi risalgono al I secolo d.C., ma non vi è alcun riferimento testuale o visivo a tali oggetti nella letteratura romana, che perciò sono circondati da un alone di mistero. Alcuni ricercatori teorizzano che i dodecaedri romani fossero usati come strumenti di misura, calendari, armi, punte di scettro o strumenti, ma il team di archeologi non è d’accordo. Parker sostiene che l’oggetto ritrovato è stato forgiato in metallo contenente piombo, cioè difficile da modellare e fragile nella struttura. Per la sua fabbricazione è stato necessario consumare una notevole quantità di energia, abilità e tempo, quindi il suo utilizzo non era banale. Alcuni esperti, con i quali il gruppo di Norton Disney è d’accordo, ritengono che i dodecaedri fossero usati per ragioni religiose o rituali. Ciò spiegherebbe la sua assenza dai documenti: quando l’Impero Romano fu cristianizzato, furono imposte leggi che proibivano le pratiche magiche e i praticanti di rituali pagani dovettero rendere segreti il loro culto e gli oggetti correlati. I romani erano molto superstiziosi, quindi è probabile che un oggetto così importante e pregiato venisse utilizzato per questo scopo. Questo aspetto è attualmente oggetto di indagine da parte di diversi esperti, ma il mistero è lungi dall’essere risolto.