Il team della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha scoperto un’area più grande dello stato del Vermont che contiene il più grande habitat di barriera corallina di acque profonde al mondo che, fino ad oggi, era rimasto sconosciuto al largo della costa sud-orientale degli Stati Uniti.
IFLScience ha riportato le parole di Kasey Cantwell, capo delle operazioni per NOAA Ocean Exploration, che ha rilasciato in una dichiarazione: “Per anni abbiamo pensato che gran parte dell’altopiano di Blake fosse scarsamente abitato, sedimenti morbidi, ma dopo più di 10 anni di mappatura sistematica ed esplorazione, abbiamo rivelato uno dei più grandi habitat di barriera corallina di acque profonde trovati fino ad oggi in qualsiasi parte del mondo“.
Ci sono voluti i dati di 31 indagini di mappatura sonar multibeam e 23 immersioni sommergibili, per produrre una mappa quasi completa del fondale marino nell’area nota come Blake Plateau, situata a circa 161 chilometri dalla costa sud-orientale degli Stati Uniti. I ricercatori hanno anche sviluppato un sistema speciale per aiutarli a osservare il numero di caratteristiche delle barriere di corallo. Grazie a ciò, hanno identificato 83.908 singole caratteristiche del Coral Mound Peak all’interno dei dati.
L’habitat della barriera corallina è molto ampio, raggiunge in grandezza quasi la Florida. Si stima che i coralli si estendono fino a 500 chilometri di lunghezza e 110 chilometri di larghezza, con un’area centrale ad alta densità lunghi fino a 254 chilometri e larghi 42 chilometri.
L’area, soprannominata “Million Mounds“, è costituita principalmente dal corallo di pietra Desmophyllum pertusum con una temperatura media dell’acqua di 4°C. L’area è anche profonda, infatti, si trova a circa 200-1.000 metri sotto la superficie. La luce solare non riesce a penetrare queste profondità; i coralli filtrano le sostanze nutritive dell’acqua di mare circostante.
Il dottor Derek Sowers, responsabile delle operazioni di mappatura per l’Ocean Exploration Trust e autore principale dello studio, ha spiegato: “Circa il 75% dell’oceano globale non è ancora mappato in alcun tipo di dettaglio, ma molte organizzazioni stanno lavorando per cambiare questa situazione”.
Ha poi aggiunto e concluso che: “Questo sforzo strategico pluriennale e multi-agenzia per mappare e caratterizzare sistematicamente lo straordinario ecosistema corallino proprio alle porte della costa orientale degli Stati Uniti è un perfetto esempio di ciò che possiamo realizzare quando uniamo le risorse e ci concentriamo sull’esplorazione di circa il 50% delle acque marine degli Stati Uniti che non sono ancora mappate”.