Fonte: cbsnews.com
I teremoti sono notoriamente difficili da prevedere, ma questo enorme progetto di ricerca pluriennale ha mirato a capire dove si trova il rischio utilizzando studi sismici, dati geologici storici e tecnologie di raccolta dati all’avanguardia. Come parte di questo sforzo, l’USGS ha identificato 500 linee di faglia aggiuntive che hanno il potenziale per produrre terremoti dannosi.
IFLScience ha riportato le dichiarazioni rilasciate da Mark Petersen, geofisico dell’USGS e autore principale dello studio: “I terremoti sono difficili da prevedere, ma abbiamo fatto passi da gigante con questo nuovo modello. L’aggiornamento include più faglie, superfici terrestri meglio caratterizzate e progressi computazionali nella modellazione che forniscono la visione più dettagliata di sempre dei rischi sismici che affrontiamo”.
L’attività sismica è stata documentata nel tempo. Negli ultimi 200 anni, 37 stati degli Stati Uniti hanno subito terremoti di magnitudo 5 o superiore. Il più mortale mai registrato è stato il terremoto di San Francisco del 1906, che uccise circa 3.000 persone e distrusse la stragrande maggioranza della città, lasciando metà della popolazione senza casa. È stato causato da una rottura nella faglia di Sant’Andrea, un incidente che potrebbe ripetersi in futuro.
I geologi ritengono che la faglia di Sant’Andrea causi terremoti significativi ogni 200 anni circa. Adesso, non è più una questione di “se”, ma di “quando” un altro terremoto colpirà l’area. Questo ipotetico terremoto è stato soprannominato il “Big One” e, se oggi dovesse verificarsi un terremoto di magnitudo 7,8 proveniente dalla faglia meridionale di Sant’Andrea potrebbe causare più di 1.800 morti, milioni di sfollati e costare 200 miliardi di dollari di danni.