Difficilmente si è consapevoli quando ci si trova sotto anestesia totale, eppure le donne pare siano più resistenti rispetto agli uomini. Fino ad oggi, gli scienziati non erano ancora sicuri di come questo potesse accadere, ma un nuovo studio suggerisce che gli ormoni sessuali potrebbero essere un fattore chiave.
L’anestesia generale agisce in parte modificando l’attività dell’ipotalamo, ovvero la parte del cervello che regola il sonno e la veglia, mandandoci in uno stato di incoscienza controllata. Ricerche precedenti hanno scoperto che i circuiti dei neuroni, in questa regione, si differenziano tra i sessi e sono modulati dagli ormoni sessuali, anche se l’impatto di questo sull’anestesia non è stato studiato ancora per bene.
I ricercatori dell’Università della Pennsylvania hanno cercato di cambiare tale situazione, conducendo in primis un’analisi comportamentale della sensibilità all’anestetico sia nei topi che negli esseri umani. Nei topi, ciò ha comportato che gli animali fossero in grado di rilevare e rimuovere un adesivo dal muso come segno che erano emersi dall’anestesia. I dati sugli esseri umani provengono da uno studio che ha coinvolto 30 volontari sani, con i ricercatori che hanno valutato la loro capacità di rispondere ai segnali sonori e hanno effettuato test di consapevolezza e cognizione.
In entrambi i casi, i risultati hanno rivelato che le femmine impiegavano più tempo per anestetizzarsi e uscivano dallo stato più velocemente. Hanno anche scoperto che la minore resistenza dei maschi era modulata dal testosterone.
La fase successiva dello studio è stata quella di monitorare il cervello sotto anestesia. Il primo passo è stato l’esecuzione di elettroencefalogrammi (EEG), che possono essere utilizzati in ambito clinico per misurare la profondità dello stato anestetico. La mappatura dell’attività dell’intero cervello nei topi ha mostrato differenze, con livelli più elevati di attività nell’ipotalamo nei topi maschi.
IFLScience ha riportato ciò che i ricercatori hanno scritto nel loro articolo di studio: “I risultati dimostrano che le differenze di sesso nella sensibilità all’anestetico sono evolutivamente conservate e non riflesse nelle misure convenzionali [EEG] della profondità dell’anestetico“.
Infine i ricercatori definiscono questo come “resistenza nascosta all’anestesia“.