Depopolazione negli Stati Uniti: migliaia di città fantasma entro il 2100

Spazi ufficio illuminati in un grattacielo in un ambiente urbano cittadino.

Il 21° secolo vedrà importanti cambiamenti in molte città negli Stati Uniti e oltre. (Mike Kononov/Unsplash)

Secondo una nuova ricerca dell’Università dell’Illinois, entro il 2100 potrebbero esserci migliaia di città fantasma negli Stati Uniti. Quasi la metà delle quasi 30.000 città nel paese affronterà la depopolazione entro la fine del secolo.

Si stima che queste città colpite subiranno una riduzione della popolazione dal 12 al 23 percento. Questo cambiamento demografico radicale causerà interruzioni di servizi di base come trasporti, acqua potabile, elettricità e accesso a internet.

Gli autori dello studio scrivono: “Le proiezioni indicano che entro il 2100, tutte le regioni degli Stati Uniti avranno città che affronteranno qualche forma di depopolazione, ad eccezione del Distretto di Columbia e delle Hawaii”.

Tuttavia, la situazione varierà da regione a regione nel paese. I risultati mostrano che il 43 percento delle città negli Stati Uniti sta perdendo popolazione, mentre il 40 percento sta guadagnando popolazione e il restante 17 percento mostra tendenze fluttuanti.

Gli autori aggiungono: “Il numero di città in depopolazione sarà maggiore nel Nord-Est e nel Midwest rispetto alle regioni del Sud e dell’Ovest (anche se molte città del Nord e del Midwest cresceranno ancora). In California, la costa meridionale potrebbe perdere popolazione, mentre la costa settentrionale potrebbe guadagnare popolazione. Anche se al momento molte città in Texas e Utah stanno crescendo notevolmente, vedranno anche una buona parte delle loro città subire una perdita di popolazione”.

Per arrivare a queste conclusioni, il team di ricerca ha analizzato i dati raccolti dal 2000 al 2020 dal Censimento degli Stati Uniti e dal Sondaggio sulla Comunità Americana. Utilizzando cinque possibili scenari futuri sul clima noti come percorsi socio-economici condivisi, hanno utilizzato modelli matematici per prevedere i cambiamenti nelle popolazioni urbane.

In un’intervista con Scientific American, l’autrice principale dello studio, Uttara Sutradhar, ha spiegato che diverse variabili guideranno le tendenze identificate, tra cui l’aumento dei prezzi delle proprietà, il declino industriale, il calo delle nascite, diversi livelli di tasse statali e gli impatti dei cambiamenti climatici.

I ricercatori ritengono che per affrontare questo problema, gli Stati Uniti abbiano bisogno di un radicale cambio di paradigma lontano dalla pianificazione basata sulla crescita e iniziare ad abbracciare i principi di adattabilità, modularità e multifunzionalità.

In generale, è ormai ben stabilito che la popolazione mondiale diminuirà entro la fine del XXI secolo. Uno studio del 2020 ha concluso che la popolazione mondiale raggiungerà il picco nel 2064 a circa 9,7 miliardi di persone, per poi scendere a 8,8 miliardi entro il 2100. Un altro rapporto più pessimistico sostiene che la popolazione mondiale raggiungerà il picco a 8,6 miliardi nel 2050 e poi scenderà a soli 7 miliardi entro il 2100.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Cities.

Links: scientificamerican.comnature.com